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libro secondo - capitolo vi 255


il conte Ottavio Tassone, accioché egli mettesse in mano del contestabile la ratificazione e si trattenesse ivi ancora sin tanto che cominciasse ad eseguire l’accordo. Il che doveva farsi coll’essere posta per la parte del duca la cittadella di Borgo in mano del re, e col restituirsi al duca quella di Momigliano.

Conclusa in tal modo e stabilita la pace, il legato inviò subito per le poste a Roma il cavaliere Clemente Sannesio suo maestro di camera, per dar pieno conto di tutto il successo al pontefice. Era nato Clemente di basso e vil sangue, ma col merito di un lungo servizio e con l’inclinazione di un particolare affetto che gli portava il legato, era asceso pur a tal segno di grazia con lui che niuno allora nella sua corte si trovava in maggior autoritá di lui, in modo che il Sannesio non serviva piú in essa ma piú tosto vi dominava, e col titolo di servitore godeva molto piú quello di favorito; e passò al fine tanto innanzi questo favore che il legato tre anni dopo, quando fu promosso al cardinalato il Valenti, fece promovere ancora alla medesima dignitá Giacomo, fratello di esso cavaliere Clemente. Azione che, a dir il vero, tornò a poco onore d’Aldobrandino, perché non poteva essere da lui portato a quel grado alcun soggetto non solo piú oscuro di sangue, ma né piú rozzo d’aspetto né piú rustico di maniere né piú duro d’ingegno né piú privo d’ogni altro piú commune talento. Dopo questa spedizione partí da Milano il legato per tornarsene con ogni maggior diligenza a Roma, e perché il duca di Savoia desiderava in ogni maniera di vedersi con lui e di passar quegli offici che richiedeva una tale occasione, perciò fu aggiustato che si vederebbono nella cittá di Pavia. Ma portò il caso che non avendo potuto dimorare piú lungamente nella detta cittá di Pavia il legato, si riscontrasse l’uno con l’altro in barca dove sbocca il Tesino nel Po; e cosí a quel modo, con l’intervento del conte di Fuentes, il quale accompagnava il legato, si viddero e si parlarono sulle barche medesime alla sfuggita, il che bastò nondimeno per sodisfare a quello che l’uno e l’altro in tale occorrenza poteva desiderare.

Uscito dal Tesino, entrò il legato nel Po col disegno di