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libro secondo - capitolo i 123


quella occasione dell’universale giubileo nella quadragesima di quell’anno volle particolarmente il papa che tutte l’azioni spirituali si facessero con diligenza straordinaria e insieme con straordinario decoro. Per tutte le chiese salirono sui pulpiti i piú famosi predicatori d’Italia. In tutti gli oratori delle confraternitá principali, con ogni maggior decenza, si fecero le solite devozioni. Il papa istesso piú volte visitò gli ospedali lavando i piedi a gran numero di pellegrini, ancorché la chiragra vi repugnasse, mettendoli dopo a tavola, porgendo loro le prime vivande, e con somma caritá infine lasciando loro e larghe benedizioni e non meno larghe elemosine; al qual ministerio lo servivano sempre e l’accompagnavano diversi cardinali, ma specialmente quei di palazzo che piú d’ordinario avevano occasione di trovarsi appresso la sua persona. Oltre alle prediche solite degli altri anni che il padre Monopoli nei giorni determinati fece in palazzo, ne udí molte altre il papa nella sua privata cappella, chiamandovi ora questo ora quello predicatore de’ piú celebri che avesse quell’anno la corte; e mi ricordo ch’egli gustò particolarmente d’udire tre privati sermoni in quel modo che furono fatti dal cardinale Baronio dal cardinale Antoniano e dal cardinale Bellarmino, godendo in vedere esercitato un simile officio ancora da tali e sí eminenti persone da lui in quel grado con tanto onore suo e della Chiesa constituite.

Non passava mai settimana che di fuori non comparissero confraternitá numerose, le quali venivano a godere personalmente in Roma l’universal giubileo. Ciascuna di loro verso la sera in un cortile del palazzo si faceva vedere al papa, il quale da una fenestra, nel giro che facevano li pellegrini, dava loro piú volte la santa benedizione apostolica. Ma comparve da Fiorenza una confraternita verso la quale il papa fece varie dimostrazioni di molto affetto e di molto onore, percioché una mattina dopo l’aver di sua mano communicato ciascuno de’ fratelli, furono essi condotti nella gran galleria gregoriana dove era apparecchiata una lunghissima tavola, e quivi fu dato loro nobilmente da pranzo, comparendo il papa in persona a