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Pietro Bembo - Rime

CXXVII.

Caro e sovran de l’età nostra onore,
donna d’ogni virtute intero exempio,
nel cui bel petto, come in sacro tempio,
arde la fiamma del pudico amore,4

se ‘n ragionar del vostro alto valore
scemo i suoi pregi e ‘l dever mio non empio,
scusimi quel, ch’in lui scorgo e contempio,
novitate e miracol via maggiore,8

che da spiegarlo stile in versi o ‘n rime;
se non quel un, col quale al Signor vostro
spento tessete eterne lode e prime:11

rara pietà, con carte e con inchiostro
sepolcro far, che ‘l tempo mai non lime,
la sua fedele al grande Avalo nostro.14

CXXVIII.

Carlo, dunque venite a le mie rime
vago di celebrar la donna vostra,
ch’al mondo cieco quasi un sol si mostra
di beltà, di valor chiaro e sublime?4

E non le vostre prose elette e prime,
come gemma s’indora o seta inostra,
distendete a fregiarla, onde la nostra
e ciascun’altra età più l’ami e stime?8

A tal opra in disparte ora son volto,
che per condurla più spedito a riva,
ogni altro a me lavoro ho di man tolto.11


Letteratura italiana Einaudi 78