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Pietro Bembo - Rime

LXXX.

Già vago, or sovr’ogni altro orrido colle,
poi che ‘l bel viso, in cui volse mostrarsi
quanto ben qui fra noi potea trovarsi,
luce ad altro paese, a te si tolle;4

dura quell’acqua e questa selce molle
fia, prima ch’io non senta al cor girarsi
la memoria del dì, quando alsi et arsi
nel bel soggiorno tuo, come ‘l ciel volle.8

Por si pò ben nemica e dura sorte
fra noi talora e ‘l nostro vital lume,
romper no a l’alma il penser vivo e forte;11

che, speri o tema o goda o si consume,
torna sempre a quel giorno, e le sue scorte
sono due stelle e gran desio le piume.14

LXXXI.

Mostrommi entro a lo spazio d’un bel volto
e sotto un ragionar cortese, umile,
per farmi ogni altro caro esser a vile,
Amor, quanto pò darne il ciel, raccolto.4

Da indi in qua con l’alma al suo ben volto,
lunge, vicin, già per antico stile
scorgo i bei lumi e odo quel gentile
spirto e d’altro giamai non mi cal molto.8

Fortuna, che sì spesso indi mi svia,
tolga agli occhi, agli orecchi il proprio obietto,
e ‘n parte le dolcezze mie distempre:11


Letteratura italiana Einaudi 51