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poggio della provincia? Questa offre l’elemosina di 100 mila fiorini, mentre dispone di milioni per le ferrovie del Tirolo. A fronte di simili sopprusi non tacciano quei comuni; resistino ad oltranza, si dimettano, provochino una situazione anormale; lascino pur venire i commissari governativi.

«E così si faccia dovunque, in ogni comune, di fronte ad ogni violenza, ad ogni torto; lo si faccia magari per puro atto di solidarietà verso i comuni oppressi.

«Se un bel giorno avremo in isciopero un centinaio e forse più di comuni, se sarà davvero inceppato tutto l’andamento della vita comunale, la questione diverrà pei potenti e pei prepotenti non più l’oggetto delle ipocrite «conciliazioni nazionali»; essa diverrà lo spettro contro il quale si dovrà irresistibilmente cedere.»

E trattando più particolarmente dell’ostruzionismo, poco dopo stampava:

«Si ha un bel dire che i deboli non devono affidarsi ad altr’arma che a quella della ragione, della discussione, ma quando la violenza e il dispotismo ci comprimono d’ogni parte, quando stravince e impera la brutalità del più forte, allora esiste il diritto di opporsi con ogni mezzo, senza correr dietro alle buone regole della cortesia e del galateo.

«Conveniamo: L’arma dell’ostruzionismo non è un’arma intellettuale. No: il cantare, il gridare, il valersi di un regolamento per far perder ore di tempo in vane formalità, il far rumore levando magari le assi delle panche, no, tutto questo non è intellettuale.

«Ma è forse intellettuale il contegno degli avversari che si valgono di una forza numerica per negarci il diritto alla vita, all’esistenza, allo sviluppo libero della nostra vita nazionale, economica, sociale?

«È forse intellettuale il criterio dei deputati tirolesi che votano, pei loro paesi, per le loro imprese due milioni e mezzo di corone (in gran parte nostre!) e danno al Trentino la vil carità di 28.000 corone? O non rappresenta tutto questo la prepotenza brutale e materiale del leone che si prevale della propria superiorità fisica e fa le parti in suo unico vantaggio?

«È forse un criterio intellettuale quello che spinge i deputati tirolesi a dichiarare terra di conquista le nostre valli, imponendoci a forza una lingua ignota? E contro una simile intellettualità non sarà lecito a noi recarci a quella dieta a far sentire in qualunque modo, ma con insistenza feroce, con accanimento, che usiamo parlare, e se occorre urlare in una lingua che non è la loro?

«Contro la violenza, la violenza.1»

Il nostro grido di guerra fu accolto coi soliti scherni.



  1. Vedi Popolo, 18 Maggio 1900.