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trento, trieste e il dovere d'italia 131

Rifiorirà al pari dell’industria solo con l’abolizione dell’attuale barriera politica.

E Trieste? Ricordo quel che già ebbi a dire; che Trieste deve all’Austria assai meno di quanto si crede. L’importanza sua è determinata più che dall’appartenenza all’impero, dalla sua posizione geografica. Esso è il porto dell’Adriatico che più si addentra al nord nell’Europa centrale; ed è quindi lo scalo preferito per le merci che dal centro d’Europa sono dirette in Oriente.

Malgrado l’esistenza della barriera doganale fra Germania ed Austria, Trieste è grande esportatrice di merci sud-germaniche. La quinta parte dei traffici triestini è germanica.

Dalle regioni alpine che stanno alle spalle di Trieste e sono ricche di legname, viene al nostro porto un commercio notevolissimo, specie d’esportazione. Ebbene, questo commercio è destinato a rimanere immutato anche per l’avvenire, giacchè lo scalo a Trieste è per esso il più rapido e il meno costoso. Si può imaginare, si può pensare che i prodotti della Carinzia, della Carniola, della Stiria abbiano a percorrere in ferrovia tutta l’Austria e la Germania, per giungere al porto d’Amburgo e di lì, facendo il giro a mezza Europa, arrivare ai loro mercati naturali che sono l’Italia media e la meridionale? Neppur per sogno!

Parlare di possibili lotte tariffarie è assurdo, quando si pensi che l’esportazione austriaca in Italia supera di molto l’importazione dall’Italia.

Non è certo uno Stato, economicamente disperato e destinato ad uscire indebolito dall’attuale