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xxviii introduzione

e lo misero in mostra; e quella fama, che, giovane, non aveva potuto ottenere, l’ottenne, ora, quasi d’un subito.

Intanto, sua sorella Adriana, seguendo i suoi alti destini, era chiamata alla corte di Mantova. È ormai nota la passione musicale del Duca di Mantova, Vincenzo Gonzaga, e la storia di tutte le sue smanie, e del suo armeggio per avere presso di sè l’Adriana1. Le trattative cominciarono sul principio del 1610. Nel far le sue condizioni, l’Adriana, dopo aver messa in prima linea, quella che, per suo decoro, doveva essere chiamata alla corte di Mantova con lettera della Duchessa Eleonora; soggiungeva, in secondo luogo, questa: che il duca «occupi in sua casa tanto Mutio Barone suo marito, quanto Giambattista, suo fratello, li quali sono persone dell’habilità che detto signor Paolo (l'agente che menava le trattative) farà relazione a S. A. e che procureranno per le persone loro di esser degni creati delli creati di S. A.»2. E, dopo vari ritardi e peripezie, nel maggio 1610, si mise in via verso



    lino, pittore e scultore; la terza, per lo scultore Giulio Grazia. Sull’Azzolino, cfr. il De Dominici (Vite del pittori, scultori, ecc.. Nap., 1843, II, 263 sgg.), che lo fa nascere in Genova il 1510! Per una pittura dell’Azzolino, c'è anche un madrigale. Un’ode è in morte di Don Fernando di Castro, Conte di Scelves; e alcuni madrigali in vita di D. Fernando d’Avalos. Il quale, difatti, fu marito di D.a Margherita d’Aragona, e morì il 1609, quando appunto si stampava il volume. Inoltre, un madrigale per Giambattista della Porta e un altro pel dottor Horazio Cataneo, accademico Intronato.

  1. Vedine il racconto vivo e minuto nell’Ademolli, La bell’Adriana, C. III e IV.
  2. Doc. pubbl. dall’Ademollo, o. c, pp. 89-90.