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sott'acqua | 299 |
tangolari e spessi disposti in giro filtra nella
cavità metallica la luce dolce e strana delle
profondità marine. Salendo nella torre par di
salire entro la piccola cupola di un santuario
in una notte di plenilunio. Un plenilunio di
sogno, il riflesso di un pianeta ignoto, un chiarore
celeste, tenue, diffuso, sorprendente. Una
vedetta si è arrampicata lassù e sorveglia attraverso
i vetri l’acqua vicina.
Sta attenta per avvistare in tempo, se è possibile, le mine e le reti. Le vicinanze dei porti ne sono piene. Un sommergibile vi rasenta ogni specie di tranelli, che non può vedere ma che indovina. Ode spesso degli strisciamenti sui fianchi, delle sonorità misteriose, e intuisce la vicinanza di pericoli ignoti, sente che qualche cosa è in agguato intorno a lui. Infinite sorprese lo aspettano nelle acque nemiche.
Tempo fa, in una nostra rada fu appunto gettato uno sbarramento di torpedini per cogliervi un sommergibile austriaco che la frequentava. Ma il sommergibile pareva che avesse capito. Non si avvicinava più, girava al largo con diffidenza, andava, veniva, spiava. Bisognava attirarlo con l’odore della preda, offrirgli una vittima, cacciarlo come si caccia la tigre. Ed una vecchia torpediniera coraggiosa uscì a fare la parte dell’esca.
Essa finse di non aver visto il nemico. Si mise a perlustrare tranquillamente. Il perisco-