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110 la battaglia fra le nevi


costa centinaia di uomini di più, per il contrattacco più duro!» Mancata l’azione immediata della compagnia alpina, ora bloccata al Castello Rosso, e che poco dopo si è supposta da tutti perduta, una compagnia di bersaglieri, che era in riserva ai ricoveri Cantore — dei baraccamenti che sembrano incastrati fra le rocce e le nevi al rovescio del Pal Piccolo — ha avuto l’ordine di tentare un’avanzata sulla sinistra.


I bersaglieri hanno cominciato ad aprire dei nuovi camminamenti nella neve profonda; ma, appena girato il massiccio che protegge i ricoveri, sboccati in un valloncello ascendendo verso le posizioni, sono entrati nella raffica delle mitragliatrici e centinaia di fucili spazzavano tutta la regione, chiudevano ogni sbocco, ogni approccio, con una grandine sibilante di proiettili.

Bisogna raffigurarsi il terreno di alta montagna. Le distanze sono brevi ed i percorsi sono lunghi. Un punto lontano duecento metri non si raggiunge che scendendo in infiniti zig-zag giù per scogliere precipitose e risalendo poi faticosamente declivi scoscesi. L’inaccessibile crea passaggi obbligati. La neve soffice trattiene, ferma sotto al fuoco, fa degli uomini dei bersagli neri sul bianco. Il campo di battaglia è piccolo e la manovra è immensa. Si combatte a corta distanza, e i movimenti si sviluppano per cammini senza fine. Pare quasi