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il colpo di spalla 249

più al regolare colpo di maglio dei nostri attacchi, moltiplicano gli ostacoli. Non si sentono più capaci di fermarci indefinitamente, come sul San Michele, e creano infiniti argini successivi, compensano la robustezza incrollabile della fronte con la quantità delle linee di resistenza. Quando incominciò l’offensiva franco-inglese, si parlava di prima, di seconda e di terza linea tedesche, sorpassate le quali pareva dovesse determinarsi la guerra di movimento. Le tre linee sono sorpassate, ma altre sono sorte al di là, come se degli eserciti di trincee si affollassero a rallentare la marcia fatale della Vittoria. Così da noi, fra le grandi linee fortificate del nemico, preparate da anni sul Carso, altre minori e intermedie si formano per ridurre successivamente lo slancio della nostra avanzata.

Dopo il nostro attacco del 14 settembre, la seconda linea austriaca era a Castagnavizza. Saliva dalla valle del Vippacco, presso a poco all’altezza di Ranziano, passava per una delle alte vette del Dosso Faiti, sul ciglione del Carso, e per Castagnavizza scendeva al sud ad attaccarsi alle colline del Querceto (Hermada), sopra a Duino. Poi, qualche giorno dopo, i nostri esploratori aerei videro apparire brevi tratti di trincea, dei piccoli solchi oscuri, qua e là, sul Veliki Hribach, sul Pecinka, sul Nad Bregom.

Rapidamente i solchi si prolungarono, si