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Ha costui per infallibile massima, non potessi essere Dotto, e Prudente ripugnando le speculazioni delle Scienze alla pratica del governo de’ Re del Re Milda: Aures lente grandientis Aselli; Aures aptas grandioribus fabulis.

Tale Agrippina formò il suo figliuolo e marito e parricida Nerone, ritogliendolo a gli studj più gravi, accioché diventando Filosofo Don perdesse l’esser di bestia che avea. Tale formò sè stesso Licinio Imperadore, che condannò le Lettere come ree di lesa maestà in primo capite: e pure non l’aveano mai offeso, perché mai non, gli erano entrate in capo, mai non l’aveano conosciuto, avendo colui cominciato ad essere un’animale, fin da che cominciò ad esser’uomo.

Alzinsi dunque contra di così indegno errore o stoltezza, fra cento altri, un Augusto, un Germanico, un Tito, un Adriano, un Antonino Filosofo, un Alessandro, un Constantino, un Teodosio, tutti coronati di doppio alloro, e come Savj, e come Imperadori. Mettansi a fronte quinci Augusto, che, per fede cli Svetonio e di Dione, ogni giorno, ancor ne’ più imporianti affari di guerra, e sotto i padiglioni nella campagna, diede qualche tempo allo studio; accioché non gli passasse giorno, in cui non avesse fatto un’azione da uomo, e pur governò quaranta anni sì saviamente e sì felicemente il Mondo: quindi l’ignorante Domiziano, il cui impiego di qualche ora d’ogni giorno era saettare le Mosche, e ognuna, che ne uccideva, darsi vanto d’essere stato un’Apollo contra un Pitone. Compaja Alessandro Severo, riverito come Giove terreno; non tanto per li fulmini ch’egli toneva in pugno come Imperadore, quanto per la Pallade che avea in capo come Filosofo: quinci lo sciocco Caligola esca alla publica udienza vestito da Bacco, coronato d’ellera, con una pelle, di Tigre per manto, che gli dava pià della fiera, che del Dio; e odasi rendere, confacevoli all’abito che portava, risposto d