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nell’intendere più perfetti? La Sposa non chiese altra cosa, príina di questa, cominciando le Cantiche con la dimanda d’un bacio, che fa quanto chiedere, che il suo Sposo le fosse Maestro, e coll’amore suo le desse anche Scienza, quello nell’unione delle labbra, questa nell’impressione della favella. Petit osculum, disse l’interprete S. Bernardo; idest Spiritum Sanctum invocat, per quem accipiat simul et scientiæ gustum, ci gratæi, condimentum. Et bene scientia, quæ in osculo datur, cumamore recipitur; quia amoris indicium ostulum est. Questi sì privilegiati, sono i Filli lucis; chiamati, sì come interpreta Beda, coll’illustrissimo nome di Giorno, disse il Profeta: Dies dici eructat Verbum. Per Diem enim avvipimus limpidissimum ci lucidissimum ingenium ad divina contemplanda habentes. E sì come confome al detto di S. Ambrogio, ipse est Dies Filius, cujus Pater Dies Divinitatis suæ eruetat, arcanum, così a questi lo stesso Dies Filius, prima fonte d’ogni sapere, comparte i suoi splendori, arricchendoli di sapienza. Questi, disse Origene, sono i Candelieri d’oro, alla cui luce si scuopre l’Arca, e s’illumina il Santuario. Questi i Gigli, nelle Verità che intendono candidi, e nella Carità con che amano vermigli. Questi i Grandi del Regno di Dio, se congiunsero al facere il docere. Le stelle splendide in perpetuas æternitates. Le pietre preziose, fondamenta’J della Gerusalemme d’oro. Ché questo onoratissimo titolo diede il grande Agostino all’eloquentissimo San Cipriano. E lo meritano; e amendue questi, e con loro, l’Areopagita, Atanagi, Basilio, il Nazianzeno, Crisostomo, Girolarno, Ambrogio, Gregorio, e innumerabili altri, nell’intendere non meno che nel vivere maravigliosi.

Un’uomo di Santità, senza lettere, il Teologo S. Gregorio lo chiamò privo d’un’occhio; Perché ancora per conoscer Dio, onde poi segue l’amarlo, le Scienze, chi sa prenderle per iscorta, danno un gran lume.