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me, sebbene io ci abbia qualche anno più di lui; egli è un dotto, ed io un dilettante di scienze; ecco dunque pareggiati i conti fra noi due. Abbiamo, da quanto ho potuto intendere, i medesimi gusti, e perchè, se egli l’accetta, non gli profferirei la mia schietta amicizia?

— Grazie, signor di Marana! — soggiunse Guido commosso, mentre si alzava per stringergli la mano. — Quando Ella vorrà, vogliamo correre l’India da cima a fondo.

— Dalle vette nevose del Davalagiri fino al capo Comorino! rispose lo spagnuolo. — A Lei il viaggio riuscirà certamente più profittevole che non a me; ma che importa? Ella sarà il capitano ed io il sopraccarico; imparerò comodamente quello che avrà studiato Lei, e le insegnerò quel poco che so per esperienza, cioè dove si trovano le più belle tigri e i più sperticati boa.

— Che orrore! — gridò la donna gentile. — Dunque ella, signor dottore, ci ha portato questa bella novità da Milano?

— Non da Milano signora; da Torino, dove ho passato questi ultimi giorni.

— Questi ultimi giorni! — pensò Luisa. — Il disegno è dunque nato qui a Genova... dopo la sera di lunedì.

La signora Argellani si tenne natural-