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sdentate. Nè piaceva meno alle giovani, perchè le maritava sempre a figli di conti e di imperatori, per l’intromissione cortese di spiritelli arguti e di fate benefiche.

Marbaudo raccontava bene, qualche volta un po’ timido e perplesso nella frase, ma sempre con accento commosso, dando colore di verità alle cose narrato. Ed anche Getruda stava a sentire con piacere i racconti di Marbaudo; gli rendeva giustizia, anteponendolo facilmente a tutti i giovani suoi pari; e là, in quella mezza luce della stalla, mentre egli narrava, non era troppo lontana dal credere che fosse anch’egli, come gli eroi delle sue favole, un figlio di conte, o d’imperatore, travestito da montanaro, e venuto a nascondersi in mezzo a quel popolo di contadini, per grande amore d’una bianca e bionda fanciulla, la cui bellezza gli sembrasse degna di ascendere ad un trono.

Aggiungete che era sempre molto lieta di poter ricordare che Marbaudo, abitando agli Arimanni, cioè lontano assai dalla casa di Dodone, doveva fare una gran corsa per ve-