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aveva bisogno di vederlo tre o quattr’ore prima del tempo, gli era certo per cosa di rilievo, si mosse per uscire, e vestitosi in fretta, chiuso accuratamente l’armadio dov’erano riposte le opere di sant’Agostino e la famosa cassettina d’ebano, partì, dicendo alla signora Marianna che sarebbe tornato sulle dieci.

Il suo apparire sulla strada fu notato da un tale, che era appostato sulla cantonata del palazzo Verde. Costui, che all’arnese pareva uno spazzaturaio, o alcun che di somigliante, lo seguitò chetamente fino alla via del Campo, e vistolo entrare nel portone di casa Priamar, rifece speditamente i suoi passi, infilò le scale del palazzo Vivaldi e andò a battere all’uscio di Bonaventura tre colpi cabalistici, i quali, come l’«Apriti, Sesamo» di Ali Babà, ebbero la virtù di schiudere prontamente la porta, coll’aiuto, s’intende, della signora Marianna che tirava il catenaccio.

- Siete ben certo che non torni indietro? - chiese la femmina al suo niente misterioso visitatore.

- L’ho veduto io stesso entrare in casa Priamar; non abbiate timore! E adesso, non perdiamo tempo, colombella mia; in dieci minuti ha da esser fatta ogni cosa.

- Ah, Michele! La faccio grossa! - esclamò la signora Marianna, alzando gli occhi al cielo.

- Ma non avrete a pentirvene; - soggiunse Michele. - Vedrete che bella casetta; ci staremo da principi. Animo, dunque; non mi fate la scrupolosa; se no, come dice lo stornello, «Se mai v’incontro per la strada a caso, - Sia maledetto se vi guardo in viso».

- Ah sì, omaccione? Così parlate adesso? - gridò con un piglio tra il dolce e l’amaro la signora Marianna. - Tutti d’una pasta, questi uomini! Quando hanno da ottenere qualcosa, pregano, piangono, s’inginocchiano; poi....

- Via, Mariannuccia, via! - disse Michele, dandole sulla voce; - ho detto per celia. Sapete pure che vi voglio un gran bene, e che tra un mese, tra quindici dì, se ci sarà tempo a farci gridare in chiesa, saremo marito e moglie, benedetti come due ceri pasquali. Ma non ci perdiamo in chiacchiere, e lavoriamo di fine, se vogliamo guadagnarci il paradiso. -

Poco prima che questi discorsi, promettitori di pronte opere, si facessero in casa di Bonaventura, questi era già entrato in casa Priamar, e squadrava con occhi da inquisitore la faccia abbronzata di un servo che gli aveva aperta la porta, ben diverso da quello che era solito di vedere in anticamera.