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benedetto, e mi sarebbe parso peccato non andare in chiesa quest’oggi. Dunque, dicevo, andiamo a messa prima di tutto. E sono uscita per andare alle Vigne. Ma nel traversare la via della Maddalena per scendere dietro il coro delle Vigne, ecco tre marinai, od altro che fossero, perchè non li ho guardati, i quali, tenendosi tutti per braccio, m’impediscono la strada. Mi strinsi al muro per cansarli; ma essi, pareva lo facessero a posta, mi vennero addosso; e uno di loro, che mi era più vicino, e fumava la pipa, mi lasciò andar sulla faccia una boccata di fumo. Che brutta gente, padre, che brutta gente c’è a Genova! Venire a dar molestia alle persone che se ne vanno per la loro strada! E quando ebbero fatta quella bella impresa, e mi sentirono tossire, si fermarono ancora a ridere, a dirmi delle cosacce....

— Povera signora Marianna! — disse Bonaventura, ridendo, — si risciacqui ancora la faccia, e metta nel catino due o tre gocce d’acqua di Colonia.

— Oibò! — rispose la vecchia, con aria di raccapriccio. — Io non ne adopero, di queste diavolerie!

— Diavolerie! perchè mo’! Non è tutta roba creata da Dio?

— L’acqua di Colonia?

— Questa, no, ma gli elementi dei quali è composta; — seguitò Bonaventura, che in quel giorno e a quell’ora aveva voglia di scherzare. — E quando la si adoperi con buone intenzioni.... Non si veste Ella, non si mette in fronzoli, per andare alla chiesa? Dico fronzoli così per dire; ma la gala nel cuffiotto....

— È vero, padre! — disse la governante con aria contrita; — non ci avevo pensato. E poi, male non fare....

— Paura non avere; — conchiuse il gesuita. — Vada ora alle sue faccende, signora Marianna, e quando verrà il dottor Collini, che non può star molto a giungere, lo faccia entrare da me. —

Ciò detto, Bonaventura s’avviò alla sua camera da studio. E la signora Marianna, dall’altro lato, prese la via della cucina borbottando, fino a tanto potè argomentare che la udisse il padrone: che brutta gente! dar molestia alle perone che vanno per la loro strada! —

Ma quando ella fu giunta in un’altra camera di là dal corridoio, e si richiuse l’uscio dietro, la timorata governante mutò solfa ad un tratto, dicendo ad un tale, che sbucava allora allora dalla viottola d’un letto, tutto ingombro di biancheria, dietro il quale s’era rimpiattato: — L’ho risicata bella, per voi! Quando smetterete di fumare que’ vostri sigaracci?