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vicinano; — replicò la contessa. — Sono una moglie fortunata, e sfortunata ad un tempo. Sapete che le belle signore se lo contendono? L’anno scorso a Roncegno faceva lui tutte le carte; ed io, che non avevo patito mai del brutto male, mi capite, mi son ritrovata ad esser gelosa. Ed egli rideva, delle mie collere; rideva saporitamente, come fate voi, signori uomini, che poi, se Dio vuole, sarete peggio di noi. —

Fatte poche altre ciance su questo tono più allegro, mi alzo, la riverisco e me ne vado, senza saper bene se andrà o non andrà a vedere il convento di Dasiana. Quanto ai tre satelliti, li saluto appena quanto basta per la decenza. E me ne torno a casa, dove butto giù le mie note. Ora poi, scriviamo a Filippo.

La lettera è fatta. Mi par utile di ricopiarla qui:


My Dear,

A friend in need is a friend indeed, says the proverb. Now it happens that I have, at this moment, very great need of a friend,