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— Son tornato stamane.

— Con che aria lo dici! e con che sospirone di rincalzo! — esclamò Tommaso, tirandosi indietro in atto di meraviglia.

Il Bardineto, che già s’era padroneggiato oltre le forze, si lasciò cadere sulla sporgenza d’un masso che ingombrava mezza la strada, e si nascose il volto tra le palme, tentando di soffocare un singhiozzo.

— Tommaso mio, — gridò egli, — così non fossi tornato! —

L’amico stette immobile un tratto a guardarlo; quindi posò l’archibugio e andò a sederglisi gravemente da lato.

— Ah, ah! c’è del grosso in aria!.... — diss’egli. — Giacomo, vuoi tu dirmi che hai? ma chetati, perdiana! Non sei più un bambino da latte. Lascia pianger le donne, che piangono spesso, perchè piangono bene.

— Tu ridi! — notò amaramente il Bardineto crollando il capo e traendo un altro sospiro dal profondo del petto.

— Ma sì, rido; — rispose quell’altro, scaldandosi; — rido, come ha sempre riso Tommaso Sangonetto, e come riderà fino all’ultimo, perchè niente c’è al mondo che meriti d’esser pigliato sul sodo. E riderò di te, fino a tanto non m’avrai dimostrato.... Ma già, che potresti tu dirmi di nuovo! Io t’ho capito e da un pezzo; ella non t’ama. —

Il Bardineto trasaltò.

— Chi, ella? E come sai tu?

— Sicuro, non ho da saper nulla, io, quando tutti ne sanno e ne parlano! O dimmi, per chi ci hai pi-