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spiga era d’orzo, somministrando cosi materia di moralizzare sulla crassa ignoranza che adorna le menti degli uomini piú cospicui e piú riputati per sublimi, che troppo sovente si perdono a speculare dietro innumerabili cose, di cui il mondo potrebbe fors’anco far di meno, senza pensar mai in vita loro ad acquistare la minima conoscenza di quell’altre tante e tante, che rendono la vita confortevole e grata, quanto l’umana miseria permette sia grata e confortevole. Moltissimi sono i dotti che non sanno neppure come si faccia a far il pane e il vino; e di alcune centinaia ch’io n’ho conosciuti, non n’ho trovati molti che sapessero come si faccia il sapone: cosa cosi comunale e cosi utile, e che fu pur uno degli sforzi maggiori l’umana invenzione si facesse mai. Per questo io mi rido spesso di me medesimo come di molti miei amici, che troppo di frequente vogliamo trinciarla da barbassori, frecciando l’ignoranza co’ nostri sarcasmi e colle invettive nostre, e tessendo i be’ panegirici allo studio delle dottrine, tenendoci poi al buio rispetto certe cose che uomini grossolani e dozzinali artefici se le sanno a menadito. Non meritiamo noi, dottissimi patrassi, d’essere berteggiati e scherniti da questi alla giusta misura che noi li spregiamo? Noi sappiamo cianciare un po’ meglio che non essi, e spacciare il nostro orvietano con piú artifizio o vuoi con maggior impostura; e in questo consiste quasi tutto il vantaggio che sopr’essi abbiamo. Come diceva bene quel sere, quando diceva: «Io so d’essere un gran bue»! E veramente, in proporzione di quello che v’è da sapere in questo mondo, il piú gran filosofante che viva sa tanto poco, poco, poco, che gli è propio vergogna ne vada tronfio e pettoruto come se fosse un’arca di scienza! Volessero almeno i signori dotti confessare qualche volta la loro buaggine ingenuamente, come faccio io, che dico di non intendermi d’organi ora che l’organaio di Mafra mi fa esaminare quello intorno a cui lavora di presente. Quell’organaio è un piccolino di statura e una delle piú sparute persone eh’ io m’abbia viste mai; ma l’ingegno che racchiude in quel suo corpicello è maraviglioso. Egli s’ha ottenuto il posto d’organaio reale a preferenza d’otto altri provetti maestri