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tirarsene in casa una buona mano, dove, un passo dopo l’altro, incamminò un ballo, che risolvette di dar loro ogni sabato e ogni domenica sera per procurarsi sollazzo. A vero dire, quel ballo non gli riusciva né magnifico né dispendioso, poiché tutto l’apparato d’esso non consisteva che nel far accendere a’ quattro canti della sala certi lumi d’olio, e la sua buona vecchia di serva formava da se sola tutta l’orchestra, strimpellando una sua chitarraccia. Il ballo, che si fece tosto affollato, durava intorno a tre ore; ed era sempre conchiuso da una cena, composta d’alquante grandi frittate e d’una gran cesta di frutti, con di molto pane e dell’acqua schietta in abbondanza, perché, non bevendo vino egli stesso, non voleva neanco che altri ne bevesse, comeché il vino sia colá una derrata a buonissimo mercato, quello massimamente che chiamano «vin cotto». Molta era l’allegria che la rustica festa cagionava, perché il conte sapeva molto bene animarla e condirla con mille innocenti motteggi e lepidezze, applaudendo ai ballerini che spiccavano i salti piú vigorosi e alle fanciulle che si mostravano piú infaticabili nelle loro varie giravolte. Fra quelle fanciulle e’ n’aveva notata una assai belloccia, che gli parve innamorata d’un garzoncione, pescatore di mestiero, il quale, oltre all’essere svelto come un puledro ballando, s’aveva anco i capegli molto ricciuti e sapeva meglio de’ compagni cantare degli strambotti all’ improvviso, pizzicando un suo calascione con tanta vivezza, da rapir il cuore a qualsissia madama, nonché ad una semplice villanella. — Malgarita mia — disse un tratto il conte alla fanciulla, — non se’ tu morta del pescatore? Via, non mi fare la schifosa, ma dimmi la veritá, che san Ciriaco b) ti benedica! Forse ch’io non ti posso fare un qualche bene, se voglio? — La buona della Malgarita non si fece punto tirar gli orecchi, ma rispose ingenuamente ch’egli s’era apposto e che voleva tutto il suo bene al ricciuto. (i) San Ciriaco, vescovo d’Ancona, e a cui è dedicata la cattedrale di quella cittá, è il protettore degli anconitani.