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doglia e quasi isvenne. Del che accortasi la signora, li disse tante ragioni che molto l’acquetò e levò fora de la fiera passione che sofferiva. Lamentandosi poi del marito, che sì poco anzi niuno conto teneva di lei, e dicendo che assai sovente lo sdegno vie più che l’amore è potente e induce le donne che hanno il core generoso a fare di quelle cose che non deveriano, sì bene e accommodatamente seppe adornare il caso suo, che il dolente Vitaliano le disse che ella avea gran ragione se al signore rendeva pane per fogaccia. Adunque soggiunse la signora che, se egli aveva intelletto, che devea disporsi a trattar Dianora come ella trattava lui, ed essendo tutti offesi, rendere la pareglia agli offensori. In fine, essendo la donna assai bella e leggiadra, tutti dui si accordarono insieme di fare la vendetta, con le arme de la sorte che senza ispargimento di sangue in uno letto amorosamente si usano. E così, messo ordine che celatamente insieme si potessero trovare, con piacer grandissimo de l’una e l’altra parte, lungo tempo insieme, col mezzo di una cameriera de la donna, goderono de li loro fortunati amori.


Il Bandello al magnifico e valoroso cavaliere


il signor Benedetto Mondolfo salute


Era questi dì la incomparabile eroina, la signora Elisabetta Gonzaga, già consorte de la buona memoria del duca Guido Ubaldo di Urbino, alquanto del corpo indisposta; onde, essendo io andato a visitarla, trovai seco la individua sua cognata e compagna, la signora Emilia Pia. E di varie cose insieme ragionando, sovvraveniste voi con il dotto e nobilissimo messer Gian Giorgio Trissino, patrizio vicentino, che portò una lettera de la signora Margarita Pia e Sanseverina a la detta signora Emilia sua sorella. Fu il Trissino da la signora duchessa graziosamente raccolto. Indi si intrò a ragionare, non so come, de le tirannie e sconcie cose che Cesare Borgia usò in quel tempo che soggiogò la Romagna e la Marca; e si disse di tante morti quante egli col mezzo del suo crudele ministro Michelotto facea fare, strangolando tanti signori, ben che a la fine esso Michelotto spagnuolo fu in Milano in certa mischia morto, dicendosi che lo scelerato