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Il Bandello al molto illustre e valoroso signore il signor Federigo Gonzaga di Bozzolo salute

Forza è pure, signor mio osservandissimo, che noi adesso senza saputa de la vertuosa eroina la signora donna Giovanna Orsina, vostra onorata consorte, parliamo alquanto liberamente de la poca cura che alcune donne tengono de l’onestà loro. Vorrebbe essa signora vostra consorte che in lodar le donne che per vertù il vagliono, ciascuno e col parlare e con la penna sempre s’affaticasse, e che se le dessero le debite lodi, il che in vero si deverebbe fare. Ma che le donne che non si curano di conservar l’onore debbiano esser involte in perpetuo silenzio e non se ne far menzione alcuna, questo, perdonimi la signora donna Giovanna, non mi par ragionevole. È ben vero che secondo che non sta bene se una donna fa alcun errore voler tutto il sesso feminile biasimare, che anco non è ben fatto tacer il vizio e nol vituperare. E come si conoscerebbe la vertù esser degna di lode, se il vizio non fosse come merita vituperato? Ma è tanta la bontà d’essa signora vostra consorte che non può sofferire che d’uomo nè di donna si dica male, come più volte per prova s’è chiaramente veduto. Ora questi dì passati fu qui in Milano narrato l’impudicissimo amore de la famosa Faustina che d’un gladiatore s’innamorò, e cose assai si dissero, massimamente che ella avesse avuto ardire di communicare così libidinoso e sporco appetito a Marco imperadore suo marito. Onde ragionandosi il dì seguente di questa materia, furono cose assai dette de la incontinenza d’alcune donne in una compagnia di molti