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punto intepidir le sue fiamme nè da l’amorosa impresa si ritrasse, anzi più s’inanimò, per altre vie tentò l’animo de la donna. Egli puotè mandar messi, scrivere e riscrivere, pregare, supplicare e far quanto gli piacque; nondimeno da lei risposta buona non ebbe già mai, il che gli era di grandissimo ed infinito dispiacer cagione. Ora amando costui in questo modo e passando un giorno per la contrada a piede, ritrovò la donna che tutta sola era in porta, e facendo buon animo, le fece riverenza e la salutò. La donna gli rese le debite salutazioni molto cortesemente. Il giovine si fermò seco a parlare ed entrò su l’istoria del suo amore. Fu pazientemente ascoltato, e per risposta la donna gli disse: – Signore, io vi ringrazio de l’amore che dite portarmi e ve ne resto con obligo. Ma io sono debitrice ad amar più il marito e l’onor mio che cosa che al mondo sia, e questo per sempre abbiate per detto. Io averò ben cara l’amicizia vostra e potrete, sempre che vorrete, parlarmi; ma non mi parlate d’amore. Altrimenti facendo, io non vi darò udienza, e se più messo mi mandarete, io non ne udirò nessuno nè più vostre lettere riceverò. E più di questo non si parli. – L’amante tutto sconsolato si partì e andava pur tra sè cose assai pensando sovra questo suo amore. A la fine, – egli punto non era melenso nè teneva de l’ambrosiano, ma era avvisto e scaltrito,– veggendo la durezza di costei che era giovane e fresca, s’imaginò che una di due cose bisognava che fosse, cioè che ella fosse di quelle donne rarissime che degli abbracciamenti dei mariti si contentano, il che non poteva credere perciò che il marito di lei era un poco attempato e malsano, o veramente che ella avesse qualche amante del cui amor godesse e che pertanto ella fosse sì dura e rigida. Egli in questa openione fermato ed altro imaginar non potendo, cominciò con quanta mai seppe la maggiore sollecitudine a spiar tutte l’azioni de la donna per veder se poteva intender cosa alcuna, non lasciando perciò in questo mezzo la sua solita servitù. Ora la cosa andò di giorno in giorno così in lungo che egli vi s’affaticò più d’un anno prima che mai potesse venir in cognizione chi fosse l’amante che tanto fosse da madonna Apatelea amato, chè tal era di questa gentildonna il nome. Ma poi che assai ebbe cercato e tutto Milano sossopra rivolto, intese a la fine come uno dei primi di Milano era di lei fieramente acceso ed ella di lui e che insieme si godevano. E ben che la pratica fosse segretissima, egli nondimeno che spendeva largamente e sempre portava l’oro in mano, venne per forza di danari in cognizione