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il mercadante tedesco, se ne ritornasse ne la Magna. Nè dato indugio al pensiero, quel dì medesimo che Guglielmo era giunto, egli si partì e andò verso Lodi per ricoverarsi poi, se bisogno era, a Crema. Aveva egli per moglie una giovane de le prime case di questa città, la quale oltra che era assai bella era poi tanto ben aggraziata, cortese, avvenevole e gentile che poche sue pari v’aveva, e da tutti generalmente era molto apprezzata e riverita, ed era quella che meravigliosamente sapeva onorar gli stranieri che il valevano, quando tra loro si trovava. Ella non contenta degli abbracciamenti del marito, quando comodamente poteva, con un molto ricco ed onorato uomo di chiesa, gentiluomo di Milano, che di lei era ferventissimamente innamorato, soleva ritrovarsi ed amorosamente prendersi piacere. E perchè il prelato ecclesiastico era giovine nobilissimo, d’alto core e molto bello e gentile, ella non meno amava lui che egli lei amasse; perchè d’un medesimo volere trovandosi, come veniva loro in destro si davano il meglior tempo del mondo. Il perchè se la partita del marito fu a tutte due le parti carissima, pensatelo voi, perciò che mentre Ambrogio era ne la città, potevano i dui amanti rade volte trovarsi insieme che non fossero in grandissimo periglio. Adunque non fu a pena il marito uscito fuor de la città che la donna subito del tutto al suo amante diede avviso. Egli che altro mai non desiderava che starsi con lei, a ciò che ella non rimanesse sola e da qualche notturna fantasma fosse spaventata, l’andò molto volentieri la seguente notte a parlare e giacersi con lei, facendole una lieta e grata compagnia; ed insieme si davano il più bel tempo che fosse possibile, non sapendo che cosa fosse il calendario con le vigilie e feste de lo scemonnito di messer Riccardo di Chinzica, di che la donna viveva assai contentissima. Insomma ogni notte per l’ordinario, monsignore andava a confortar la sua amante e talora anco v’andava di giorno, e di maniera l’accompagnava che ella si teneva molto ben sodisfatta, e sì bene incantavano la fantasma che, venendo sempre quella ed entrando in casa a coda ritta, a coda bassa e mezza lagrimosa se n’usciva. Ora fra questo mezzo domandò Guglielmo ciò che fosse d’Ambrogio ed intese che era in villa nè più oltra ricercò. Ma perchè sempre ci sono alcuni che si pigliano le gabelle degli impacci, furono di quelli che gli fecero intendere come Ambrogio ogni notte tornava di villa a giacersi con la moglie e d’un’ora avanti giorno se n’andava fuori, e che egli questo faceva per non pagargli alora i cavalli. Non parve questo difficile a credere al mercadante, perchè sapeva