Pagina:Bandello - Novelle, Laterza 1910, II.djvu/48


novella xxxiv 45

pensieri meno che onesti ed in simili cogitazioni non prenda piacere e non si diletti e che poi non se ne confessi? Questi non sono mica pensieri da purgar con l’acqua santa. Vi so dire che egli deve quando si confessa passar assai leggermente i peccati suoi. Qual meraviglia adunque se talora fa de le cose che non stanno al cimento in conto alcuno? lo non voglio ora parlarvi de le sue mercadanzie che fa di grano e di vino e di vender a tempo con quel maggior prezzo che può. Insomma io vi conchiudo che ai giorni miei io ho vedute e lette di molte sgarbatissime pazzie fatte da uomini maritati e non maritati per gelosia, i quali si persuadeno come la gelosia gli ha ingombrati esser Salomoni e che le azioni loro non possino esser morse da Momo; ma tante e si segnalate e cosí fuor d’ogni ragione, chi vide, chi udí, chi lesse giá mai? Certo, che io mi creda, nessuno. Molti per gelosia hanno svenate le mogli. Il confesso. Ma trovarete che da subito e temerario furor assaliti si averanno bruttate le mani nel sangue feminile, e poi pentiti dei lor errori non fanno che piangere e disperarsi. Gandino quante piú pazzie adopra tanto piú si prezza e, come si dice, a sangue freddo fa di queste mellonaggini che udite avete, né è stato mai possibile che una volta, essendo tante fiate da la signora Clarice ripreso e da molti altri, abbia voluto confessare né conoscer gli errori suoi, anzi da piú se ne tiene e dice apertamente che per governare una moglie non ha invidia a persona che sia. E giá piú volte sopra questa materia hollo io udito contendere e mantener con frivole persuasioni le sue pazzie. Onde io ragionevolmente conchiuderò che in un maritato e in ogn’altra sorte d’uomini e donne non si truovi il piú periglioso morbo di quello de la gelosia; di quella, dico, che passa tutti i termini del devere, perciò che esser geloso fino a certo termine è cosa lodata e necessaria. Ma come si passa da la vertú al vizio, non è gelosia, ma espressissima pazzia, come in questo ser Gandino s’è veduto. Adunque, come diceva il Montachino, questo mondo è una gabbia piena d’infinite e varie specie di pazzeroni, e che molti di coloro i quali si pensano esser i piú saggi sono i piú pazzi, come a le opere loro senza altri testimoni chiaramente si vede. Si che, monsignor mio molto rive-