Pagina:Baldinucci - Notizie de' professori del disegno I.djvu/83


notizie del tafi 79

A tutto ciò si aggiunga, che la devozione di S. Giovambattista cominciò ne’ Longobardi ad esser grandissima intorno all’anno 600. Veggasi il Baronio all’anno 616 che dal Rinaldi compendiato, dice così:

Agilulfo re de’ Longobardi si muore avendo regnato 26 anni: e succedegli Adavaldo figliuolo suo maggiore, che rimase in guardia e tutela di Teodolinda reina madre: a tempo de’ quali principi (dice Paolo Diacono scrittore delle cose longobardesche) si restaurarono chiese, e fecesi donazioni a luoghi pii. È assai famosa la loro liberalità verso la basilica di S. Giovambattista fabbricata in Monza dalla medesima reina, mentre che Agilulfo ancor vivea. E dal punto che Teodolinda gli fece ricchissimi doni, cominciarono i Longobardi a invocare in tutte le loro azioni S. Giovanni, pregandolo, che porgesse loro aiuto in virtù di Cristo Redentore, ed erano vincitori delli avversarj loro. Tutto questo Paolo Diacono, lib. 4, cap. 22, in veteri editione.

Lo stesso Baronio, all’anno 659, num. 4.

Nel qual tempo Rodoaldo re de’ Longobardi è tratto a fine etc. e regnò (come dice Paolo Diacono, lib. 4, cap. 49 e 50, novæ editionis) cinque anni, e sette dì. Al tempo del quale non si trova esser succeduta altra cosa degna di nota, se non che la reina sua moglie fabbricò in Pavia a simiglianza di Teodolinda una basilica in onore di S. Giovambattista, adornandola a maraviglia d’oro e d’argento, e dotandola di ricche rendite.

Finalmente Firenze non era allora disfatta o disabitata, com’è stata opinione di alcuno; ma era in essere, e sottoposta al dominio de’ Longobardi, e facilmente prese per protettore S. Giovambattista, che era il protettore divenuto della nazione dominante; e dedicogli la chiesa cattedrale, presa forse l’occasione di qualche restaurazione, ch’ella abbia avuto di bisogno: e che e’sia vero che i Fiorentini facevano tutto quello vedevano esser di genio de’ re Lon-