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notizie di cimabue 23


chi affermò, che siccome la Pittura e la Scultura dallo stesso principio procedono, cioè dal Disegno, di cui son figliuole, e tendono ad un fine medesimo, ch’è un’artificiosa imitazione della Natura così sieno amendue un’arte sola, non ostante l’accidental differenza della materia, e di molt’altre circostanze, che le fanno parere sostanzialmente diverse: alla qual sentenza, come più autorevole e più fondata accostandomi, crederei che, posto una volta silenzio a tante dispute, che intorno all’antichità e nobiltà di quest’arti sono state fatte e fannosi tuttavia, si dovesse metter pace fra loro, e far sì che rimettendosi scambievolmente le passate ingiurie, si amassero per l’avvenire, e si abbracciassero cordialmente; perchè nel vero sono elleno per le cagioni apportate, e per quelle che apportar si potrebbono, una stessa cosa, e per conseguenza non dee esser fra loro nè competenza, nè gelosia, sendo l’una e l’altra, egualmente antiche, egualmente nobili, e gloriose. Le quali cose presupposte, dico, che antichissime, e nobilissime sono ambedue, mercè che dal primo plasticatore Iddio, della terra vergine elementaria da sè creala, fu fatta la plastica del primo uomo, ed affermano ancora che Enos figliuolo di Seth fece alcune immagini per incitare i popoli al culto del vero Dio, e leggesi eziandio nelle sacre carte, che la bella Rachelle, fuggendo con Giacobbe, rubò gl’idoli di Laban suo padre} e che al popolo d’Isdraele fu espressamente proibita l’adorazione de’ simulacri. Oltre che, per passar dalle sacre alle profane storie, non si ha egli per indubitato, che Nino re degli Assiri, avendo celebrato l’essequie di Belo suo padre, primo re di Babilonia, ne fece scolpire un’immagine per sua memoria; e non è egli notissimo, che i marmi deposta la lor natia contumacia, ubbidirono in prima allo scarpello di Dipeno, e Sciio; e poi per opera di Mela, di Micciade, e d’Antermo, si feron più volte vedere in sembiante umano e ferino, non pur la Natura imitando nella giusta proporzione delle