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appendice 203


italiani. All’8 agosto, fu fatto segretario di Stato il cardinal Gizzi, popolare allora. S’incominciò con riforme piccole; accademie, scuole e simili, e commissioni per preparar le piú grandi. All’8 settembre, nuova e gran festa popolare a Pio IX, seguita da altre piccole, ogni volta che usciva egli a visitare una chiesa, un ospedale o una villa. Intorno a’ medesimi giorni, congresso dei scienziati a Genova: era il sesto di que’ convegni annui, vera celia quanto a scienza, veri preparativi quanto a politica, e che perciò erano stati ottenuti a stento sotto ai governi assoluti. Questo fu libero oltre al solito, e naturalmente fu occasione di feste. La piú strana delle quali fu poi, senza paragone, quella pur fatta in Genova addí 5 dicembre, per il centenario del medesimo giorno dell’anno 1746, quando i genovesi cacciarono di lor cittá austriaci e piemontesi, allora male uniti. Se servisse tal festa ad unire o disunire que’ due popoli italiani, forse poteva giudicarsi fin d’allora, certo fu poi giudicato dai fatti. Ai 14 gennaio del 1847, il papa fu complimentato di tutti questi iniziamenti del suo pontificato, conformi alla civiltá universale cristiana e fino extracristiana, da un ambasciatore straordinario del sultano; il quale era stato qui preceduto da un figlio del re di Francia, e fu seguito in breve dal principe Massimiliano di Baviera, e Maria Cristina regina di Spagna, ed un ambasciatore del Chili, e congratulazioni degli Stati Uniti d’America. E dall’Irlanda si partí per Roma O’Connell; ma morí per via, e fu occasione di altre feste e discorsi funebri. E continuando intanto altre riforme piccole in Roma, seguí a’ 12 marzo la prima grande, e tanto grande che in meno di un anno riuscí compiuta la rivoluzione rappresentativa in Italia, dico la riforma della stampa. Non che le fosse conceduta la piena libertá; ma tra ciò che ne le fu conceduto e ciò ch’essa se ne prese a poco a poco in aggiunta, il fatto sta che bastò a quel gran risultato. Ma allora parve troppo poco, ed incominciarono le feste a diventar tumulti. Sorsero e moltiplicaronsi giornali in Roma e negli Stati, come poi, quando vi furono concedute le medesime libertá, in Toscana e negli Stati sardi. E come succede sempre negli Stati liberi, dove