e coraggioso pontefice; il quale ricusò ogni rinuncia, e fu subito
portato via a Toscana, ed indi a Valenza in Francia, dove morí [29
agosto 1799]. — Intanto cadeva casa Savoia. La repubblica ligure
infrancesata dichiarava la guerra a Carlo Emmanuele. Intromettevasi
Francia, ed occupava la cittadella di Torino. E finalmente, a un
medesimo di a Parigi e a Torino, dichiarava la guerra (tirannica
derisione) al re giá spogliato d’ogni mezzo di resistenza; e questi
abdicava [9 dicembre] virtuosamente protestando, ed era poi portato via
a Toscana, e lá imbarcato per Sardegna. E cosí, dopo quattro anni di
difesa militare, e due di difesa diplomatica (sostenuta principalmente
dal Priocca ministro degli affari esteri e dal Balbo ambasciatore a
Parigi) cadeva anch’essa non senza dignitá casa Savoia. Questa e il
papa soli fra’ principi italiani ebbero, non avendo saputo resistere,
l’onore almeno di aver saputo soccombere. E del Piemonte pure fu
tentato fare una repubblica; ma non fu conceduto dai francesi, che
lo serbarono sotto un governo, come si diceva, provvisorio. — Napoli
poi cadde poco appresso, ma men bene di gran lunga. Carolina ed
Acton ministro, e Mack generale tedesco assoldato da essi, e Nelson
ammiraglio inglese trionfante della sua recente vittoria navale ad
Abukir, immaginarono decidere, romper essi dal loro angolo d’Italia
quella guerra, che si riannuvolava giá da tutta Europa. Apparecchiato
un grande esercito, i napoletani invasero la nuova repubblica romana,
entrarono in Roma [29 novembre], abbandonata dal piccolo corpo francese
di Championnet. Ma battuti i napoletani fin dal primo incontro ad
Otricoli [9 dicembre], lasciaron Roma; e rientrovvi Championnet, e li
inseguí ai limiti del Regno ed oltre. Ferdinando Borbone, spaventato,
salpò con la moglie e la corte sulle navi di Nelson per Sicilia [31
dicembre]. — Al nuovo anno 1799, si avanzò Championnet contro a Capua
[3 gennaio], e firmò un armistizio [11] con Mack; ma sollevossi Napoli
contro a questo ed al governo del re, e la cittá rimase in mano a’
lazzaroni, sotto il principe di Moliterno, che finí quella confusione
chiamando i francesi [23 gennaio]. Ed ivi pure fu organizzata una
repubblichetta alla francese, la quale