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delle preponderanze straniere |
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operarono, non progredirono abbastanza; che la generazione della
fine del secolo si trovò oziosa, languida, insufficiente a’ nuovi
casi. Innegabile insegnamento, incancellabile, irremovibile esempio
a que’ posteri dei settecentisti, che operano e progrediscono ora
non piú che come quelli, o men che quelli. La lentezza, l’andar
a poco a poco, sta bene; è prudenza, è virtú non contrastata. Ma
qui sta tutta la questione; vedere il punto giusto fino al quale è
virtú, oltre al quale è vizio, è paura. E come di noi giudicheranno
i posteri dai fatti nostri, cosí noi, giudicando degli avi dai fatti
loro, non possiamo se non conchiudere: che quelli non apparecchiarono
questi bastantemente. — Napoli fu quella che progredí piú nel secolo
decimottavo; il passare da provincia straniera a Stato indipendente,
fu progresso incomparabile per sé, e fonte poi di altri innumerevoli.
Acquistar principe proprio, ministri, tribunali, magistrati, milizie
nazionali addentro, ministri e consoli patrii a curar gl’interessi
fuori; riversar le imposizioni (sien poche o molte od anche troppe)
tutte in casa, son vantaggi superiori sempre a qualunque altro.
Naturalmente poi, sorse la necessitá di riordinar ad uso proprio
quant’era stato ad uso di signori stranieri; e i riordinamenti
intrapresi in tempi civili fanno sempre sparire molti residui di
barbarie. Cosí fu operato nel Regno, ma timidamente; furono migliorate
ad una ad una le leggi civili, criminali, commerciali, ma non ordinate
in codici; undici legislazioni erano, undici rimasero. Furono scemati i
diritti, cioè le eccezioni, cioè le ingiustizie feodali, ma non tolte
di mezzo radicalmente, che era il solo rimedio buono a tal peste. E
dalla depressione de’ nobili era giá nato e crebbe piú che mai un altro
malanno, la oltrepotenza, l’ingerenza in tutto de’ curiali; e chi non
creda a me, creda al Colletta, che ciò deplora. E furono scemati i
diritti del fòro ecclesiastico, gli asili; fin dal 1741 fu fatto a
ciò un concordato con Roma. Furono ordinate le finanze, ma poco bene;
furon lasciate a impresa le tasse indirette, fu introdotto il lotto.
Cacciati dal Regno gli ebrei; tentata introdurre l’inquisizione da un
arcivescovo zelante, e repulsa dall’opinion pubblica, e quindi dal re.
Del resto, grandi abbellimenti in Napoli;