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accertata, del suo doge stesso Marin Faliero. Ne fu accusato, condannato, ucciso segretamente [1355]; materia di future tragedie. — Del resto, si frammischiarono a tutti i fatti della penisola, guerreggiarono, predarono, si moltiplicarono, si sciolsero, si riunirono, e si accrebbero di quelle che Francia veniva cacciando, le funeste campagnie italiane sotto duca Guarnieri il tedesco «nemico di Dio», fra Moriale un provenzale, il conte Lando, Anichino Bongarten, Alberto Sterz tedeschi, Giovanni Hawkwood inglese, ed altri minori. — E poco diverso oramai da cotestoro discese Carlo di Lucemburgo [1354], fu incoronato re a Milano, imperatore a Roma [1355], e risalí a Germania. Dove poi l’anno appresso [1356] ei pubblicò la Bolla d’oro; quella costituzione che ordinò l’elezione, gli elettori degli imperatori romani o germanici, e durò (mutata, s’intende, nel corso de’ secoli) finché duraron quelli. Nel 1368 ridiscese in Italia, vendette signorie, vicariati imperiali qua e lá, e fece incoronar l’imperatrice in Roma da quel papa Urbano V, che vedemmo precursore della restituzione della sedia pontificale.

24. Il quarto periodo della presente etá in generale [1377-1492]. — La storia politica de’ nostri comuni, repubblicani dapprima, tiranneggiati quasi tutti poi, è cosí intricata, che ella cape difficilmente in niuna mente o memoria umana, che niun’arte di scrittore la fece o la fará forse mai né molto letta, né perfettamente chiara a chi la legge. All’incontro, la storia letteraria di questi nostri secoli è cosí bella e cosí splendida a chicchessia, che fin da fanciulli noi la sappiam tutti e ne abbiamo la mente invasa e preoccupata. Quindi un errore involontario e frequente: di tener il secolo decimoquarto, il secolo di Dante, Petrarca, Boccaccio e Giotto, quasi piú splendido in tutto, anche in politica, che non il decimoquinto, in che niun nome tale non apparisce a colpir gli animi nostri. Nel trattar della coltura di quest’etá, noi avrem forse a diminuire questa apparente contradizione delle due nostre storie politica e letteraria. Intanto ci pare dover qui accennare che, cessata la dimora de’ papi in Francia e cosí la innatural soggezione loro alla corte francese, sottentrò sí dapprima il danno spiritualmente maggiore della divisione della