Fu citato a
renderne conto ad Avignone; rispose che v’andrebbe con dodicimila fanti,
seimila cavalli; s’accomodarono. Tenne Bologna in feudo papalino [1352].
Minacciò, guerreggiò invano Firenze, signoreggiò Genova [1353], morí nel
1354. Succedettergli insieme nella signoria tre nipoti suoi, Matteo,
Bernabò e Galeazzo; ma morto il primo, dicesi avvelenato da’ due altri,
questi, serbando Milano in comune, si spartirono l’altre cittá. Ma
liberaronsi in breve Bologna, Genova e Pavia [1366]. Capo di questa fecesi
un fra Iacopo de’ Bussolari, letterato, poeta, amico del Petrarca
anch’egli, un Cola di Rienzo lombardo. E anch’egli durò poco; restituí
Pavia ai Visconti [1359]; finí in un carcere di frati a Vercelli. E i
Visconti assaliti poi da una potente lega di fiorentini e degli Estensi di
Ferrara, de’ Gonzaga di Mantova e del marchese di Monferrato,
resistettero. — Genova e Venezia fecersi di questi tempi una guerra maggior
delle precedenti; disputaronsi il primato del lago italiano, a cui Pisa
decaduta giá non pretendeva piú. I genovesi, afforzati in Galata e Pera
sobborghi di Costantinopoli, contesero, rupper la guerra con Cantacuzeno
imperatore, gli assediaron la cittá, gli arser la flotta [1348]. Poi
contesero co’ tartari a Caffa, altra lor colonia [1350]; poi co’ veneziani
a cui voller chiudere il commercio alla Tana (Taganrog). Questi s’allearono
co’ greci e con gli aragonesi, e capitanati tutti da Niccolò Pisani
grand’uomo di mare, combatterono una gran battaglia nel Bosforo contro a’
genovesi capitanati da Paganino Doria, altro grande [1352]. Vinsero i
genovesi, e fatta pace co’ greci continuaron la guerra co’ veneziani. Ma
furono vinti dai pisani alla Loiera nel mar di Sardegna [1353], e allor fu
che diedersi al Visconti. Con tal aiuto riarmarono, rifecer capitano
Paganino Doria, ricombatterono una terza battaglia al golfo di Sapienza in
Morea, e vinsero [1354]. Allora fecesi tra le due repubbliche una pace, che
pur troppo non durò poi, che durando avrebbe forse confermato il primato
marittimo all’Italia per sempre. Ma giá si sa: l’assurditá delle rivalitá
marittime è l’ultima ad intendersi, anche in tempi piú progrediti che non
eran quelli. Venezia fu turbata poi da una congiura, piú o meno