signore di parecchie cittá, e perché sopratutto fu
protettore, mecenate, ospite a letterati, fuorusciti e giullari ch’ei
teneva a tavola (se credasi a’ biografi e ad alcuni passi di Dante)
alla rinfusa. Ad ogni modo, in mancanza d’altri, i ghibellini si
gettarono in braccio a uno strano capo, Giovanni re di Boemia
figliuolo di Arrigo VII, un bel giovane tutto zelante per
l’imperatore, per il papa, per la pace, per qualunque impresa, vero
cavaliere di ventura, precursor de’ condottieri, quasi giá
condottiero. Veniva a Lombardia, corteggiava i ghibellini, le cittá,
otteneva la signoria di molte, finiva con venderle a parecchi
signorotti, e risalire e sparire egli pure [1333]. Veda ognuno, se son
perdonabili i guelfi di non aver saputo allora liberarsi per sempre di
siffatti nemici. — Ma Firenze sola era savia. Ella fu che movendo una
lega di cittá e signori lombardi, fece sparire Giovanni. Se non che,
sparito, s’entrò in disputa sulle spoglie. Contesero Firenze e Mastino
della Scala successor di Can grande; e Firenze strinse contro esso con
Venezia un’alleanza [1336], per cui fu ripresa Padova e ridonata a’
Carraresi, e furono assoggettate a Venezia, Treviso, Castelfranco e
Ceneda, le prime conquiste di quella repubblica in terraferma, il
primo ingresso di lei nella politica d’ambizioni italiane. Ma Venezia
conchiuse la pace [1338] da sé; e Firenze, che ambiva Lucca, ne rimase
delusa. Intanto Bologna, cacciato il legato Bertrando del Poggetto,
che avea di lá governata a lungo parte guelfa, era caduta sotto la
tirannia di Taddeo Pepoli [1337], rivoltosi poi a’ ghibellini. Genova,
stanca di sua tumultuosa libertá, s’era sottoposta ad un governo
simile a quello dell’emula Venezia, a un doge [1339]. Cittá guelfe e
ghibelline del paro, a vicenda e quasi a gara, precipitavano nel
governo d’uno, doge, duca, signore o tiranno. La causa, l’abbiamo
accennata piú volte, non la ripeteremo piú; poco men che dappertutto,
una famiglia nobile, unendo sue aderenze alla parte popolana,
conquistò la signoria. Sempre la medesima serie: aristocrazia,
democrazia, tirannia. Firenze stessa provò un venturiero francese
[1342], il duca di Atene; ma il ricacciò tra pochi mesi, e continuò a
governarsi a forma di repubblica; ché quanto ad essenza, non si