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diede appena speranze di venirvi ad alcuni ghibellini, confermò ai papi (piú esplicitamente che non fosse forse stato fatto mai da Pipino, Carlomagno o Matilde) quegli Stati ch’essi hanno oggi ancora. E tutta questa germanica politica di casa d’Austria, ei la fondò e tramandò cosí bene, che rimase piú o meno quella di tutti i discendenti di lui, imperadori o non imperadori, per due secoli, fino a Massimiliano e Carlo V. Cosí questi non l’avesser lasciata, per tornare a quella delle due case ghibelline di Franconia e di Svevia! L’Italia ne sarebbe da parecchi secoli, non la piú grande, non la primeggiante probabilmente, ma almeno la piú felice fra le nazioni del mondo; e casa d’Austria non avrebbe perduto il principato di Germania per proseguir sempre quel d’Italia, e non averlo tranquillo mai; e Germania, rimasta piú felice essa pure, e piú unita, avrebbe adempiuto meglio l’ufficio suo passato di difenditrice, adempirebbe meglio il suo presente o futuro di estenditrice della cristianitá, all’Oriente. Ma che? Dall’epoca appunto a cui siam giunti, dall’abbandono delle crociate, dal non ascolto dato a Gregorio X, i principi cristiani quasi sempre amarono aggirarsi, intricarsi nel medesimo cerchio di politica ristretta europea gli uni contra gli altri, anziché estenderla agli interessi esterni e comuni. — Ad ogni modo, morto il buon papa Gregorio X, come appunto s’apparecchiava a passar in Asia egli stesso [1276], succedettergli in poco piú d’un anno quattro papi: Innocenzo V, Adriano V, Giovanni XXI e [1277] Niccolò III imitator di Gregorio, paciero e guelfo moderato come quello, ed anche piú di quello, temperator della oltrepotenza angioina. Appoggiandosi al nuovo re de’ romani, fece a Carlo deporre i titoli e le potenze di senator di Roma, e di vicario imperiale in Toscana; e pacificò quindi questa e Romagna, facendo ripatriar i ghibellini. Ma morto esso nel 1280, e disputandosi l’elezione tra italiani e francesi, soverchiaron questi per forza di Carlo, e fu eletto [1281] Martino IV francese; e francese, angioina, guelfa esagerata rifecesi l’Italia. — Ma intanto da quel resto di sangue e di diritti ghibellini che erano stati portati da Costanza a Pietro d’Aragona, dalla fedeltá di due grandi