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della signoria degli imperatori e re 139


da Carlo, giá patrizio, or imperatore. La diminuzione dei gradi di dipendenze è sempre guadagno reale. Ma forse che i romani e gl’italiani, sempre sognatori del rinnovamento del primato antico, sperarono, credettero riaverlo sotto quel nome d’«imperator romano». E forse alcuni altri sudditi di Carlomagno qua e lá fecero fin d’allora quell’altro sogno, che veggiam fatto retrospettivamente a’ nostri dí stessi da alcuni poeti politici: il sogno, dico, di una cristianitá riunita intorno a due centri, due capi, l’imperatore e il papa; il sogno della perfetta feodalitá, risalente dall’ultimo valvassino ai valvassori, ai vassalli diretti, ai re, all’imperatore. Ma i fatti, i secoli dimostrarono poi, che tutto questo era un edifizio durevole sí, ma poco piú che nel nome e ne’ vizi suoi, non in nessuna delle supposte sue virtú. I due centri, le due somme potenze, mal determinate ne’ limiti vicendevoli, incominciarono fin d’allora ad urtarsi, e s’urtarono e combatterono per secoli. Gl’imperatori risuscitarono a poco a poco l’antica pretesa imperiale di approvare l’elezione del papa; e i papi, che dal dí del Natale 799 incoronarono gl’imperatori, n’ebbero naturalmente la pretesa di approvare gl’imperatori; e cosí imperatori e papi dipendettero l’un dall’altro continuamente, e dipendettero senza riconoscere bene né l’un né l’altro la dipendenza. I re poi, che non debbono, che non possono, per esser re veri, aver superiore, l’ebbero negl’imperatori; le sovranitá non furono piú sovrane, le nazionalitá non compiute. La feodalitá sí, se si voglia cosí dire, si perfezionò, si compiè; ma questa fu sventura; sventura la perfezione d’un ordine, in cui non entravano se non i signori, i governanti, fuor di cui erano i governati, i piú, il grosso del popolo. E tutto ciò, da per tutto dove s’estesero la potenza, le pretese imperiali. Ma in Italia, sedia sempiterna e reale del papa, sedia nominale e troppo a lungo de’ nuovi imperatori, gli urti furono immediati e infinitamente piú sentiti; fu sentita e segnata di sventure e sventure ogni elezione d’imperatore, ogni elezione di papi; e ne sorsero cattivi e stranieri imperatori, cattivi e simoniaci e corrotti papi per oltre a due secoli; e poi papi grandi e grandissimi sí, ma allora le contese della Chiesa e dell’Imperio,