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della signoria degli imperatori e re |
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da Carlo, giá patrizio, or imperatore. La
diminuzione dei gradi di dipendenze è sempre guadagno reale. Ma forse
che i romani e gl’italiani, sempre sognatori del rinnovamento del
primato antico, sperarono, credettero riaverlo sotto quel nome
d’«imperator romano». E forse alcuni altri sudditi di Carlomagno qua e
lá fecero fin d’allora quell’altro sogno, che veggiam fatto
retrospettivamente a’ nostri dí stessi da alcuni poeti politici: il
sogno, dico, di una cristianitá riunita intorno a due centri, due
capi, l’imperatore e il papa; il sogno della perfetta feodalitá,
risalente dall’ultimo valvassino ai valvassori, ai vassalli diretti,
ai re, all’imperatore. Ma i fatti, i secoli dimostrarono poi, che
tutto questo era un edifizio durevole sí, ma poco piú che nel nome e
ne’ vizi suoi, non in nessuna delle supposte sue virtú. I due centri,
le due somme potenze, mal determinate ne’ limiti vicendevoli,
incominciarono fin d’allora ad urtarsi, e s’urtarono e combatterono
per secoli. Gl’imperatori risuscitarono a poco a poco l’antica pretesa
imperiale di approvare l’elezione del papa; e i papi, che dal dí del
Natale 799 incoronarono gl’imperatori, n’ebbero naturalmente la
pretesa di approvare gl’imperatori; e cosí imperatori e papi
dipendettero l’un dall’altro continuamente, e dipendettero senza
riconoscere bene né l’un né l’altro la dipendenza. I re poi, che non
debbono, che non possono, per esser re veri, aver superiore, l’ebbero
negl’imperatori; le sovranitá non furono piú sovrane, le nazionalitá
non compiute. La feodalitá sí, se si voglia cosí dire, si perfezionò,
si compiè; ma questa fu sventura; sventura la perfezione d’un ordine,
in cui non entravano se non i signori, i governanti, fuor di cui erano
i governati, i piú, il grosso del popolo. E tutto ciò, da per tutto
dove s’estesero la potenza, le pretese imperiali. Ma in Italia, sedia
sempiterna e reale del papa, sedia nominale e troppo a lungo de’ nuovi
imperatori, gli urti furono immediati e infinitamente piú sentiti; fu
sentita e segnata di sventure e sventure ogni elezione d’imperatore,
ogni elezione di papi; e ne sorsero cattivi e stranieri imperatori,
cattivi e simoniaci e corrotti papi per oltre a due secoli; e poi papi
grandi e grandissimi sí, ma allora le contese della Chiesa e
dell’Imperio,