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22 sezione seconda


3.° in quella di farsi intendere con bontà da esso;

4.° nel modo di prevenirlo a tempo debito, affinchè non faccia uso di renitenza e di ritrosia;

5.° nel collocare l’ajutante del maniscalco, durante la ferratura, in guisa ch’egli non possa mai essere dal cavallo nè morsicato, nè percosso da’ suoi scalpiti;

6.° nell’instruire finalmente l’ajutante stesso, come dev’egli convenientemente alzarne ed abbassarne i piedi.

§ 11.

L’addestramento di un cavallo ritroso alla ferratura deve aver luogo in un locale spazioso, ma chiuso e poco illuminato; per esempio, in una rimessa, in cui non penetri che la luce appena necessaria all’istruttore ed all’ajutante per le loro operazioni. Con cavalli meno cattivi può essere intrapresa in una cavallerizza coperta, ed anche in un luogo scoperto.

§ 12.

Il cavallo da ferrarsi deve sempre essere provveduto di briglione e di cavezzone. Al primo rimangono affibbiate ambedue le redini; ed all’altro una soltanto all’anello di mezzo, come lo palesano le figure qui annesse. La coreggia del cavezzone, che stà superiormente alle nari del cavallo, deve passar sempre sotto al briglione, per guarentire a quest’ultimo una libera azione; come è parimenti dimostrato dalle figure medesime.

§ 13.

L’istruttore che rimane innanzi al cavallo da fer-