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questa teoria rivela una ignoranza completa della natura, e della storia. Non è nel passato e non è nel presente che noi dobbiamo cercare la libertà delle masse, — è in un avvenire prossimo; è in quel prossimo domani che, noi stessi dobbiamo preparare, con la potenza del nostro pensiero, della nostra volontà e anche con quella delle nostre braccia. Prima di noi non c’è mai stato un libero contratto, ma c’è stato solo brutalità, stupidità, ingiustizia e violenza — e oggi ancora, e voi lo sapete fin troppo bene, questo che dicono libero contratto, si chiama invece il patto della fame: la schiavitù delle masse per fame e lo sfruttamento per fame da parte delle minoranze che ci divorano e ci opprimono.

Ed anche dal punto di vista della natura è falsa la teoria del libero contratto. L’uomo non crea la società di propria volontà: Egli vi nasce involontariamente. Egli è per eccellenza un essere socievole. Né può diventare un uomo, cioè un animale capace di pensare, parlare, e volere che in società. Immaginate un uomo che la natura abbia dotate delle facoltà più geniali, abbandonato nella più giovane età lontano da ogni consorzio umano, in un deserto. Se egli non finisce miseramente, ciò che è assai probabile, non sarà altro che un bruto, una scimmia priva di parola e di pensiero: nessuno può pensare senza il linguaggio. Anche quando perfettamente isolati, voi vi trovate soli con voi stessi, se volete pensare dovete usare la parola; voi potrete avere egualmente bene delle immagini che rappresentino cose, ma appena vorrete pensare ecco che voi dovete servirvi della parola, perchè le parole soltanto precisano il pensiero e danno alle rappresentazioni fugaci ed agli istinti, il carattere del pensiero.

E non è prima il pensiero della parola o la parola del pensiero; queste due forme di uno stesso atto del cervello dell’uomo nascono insieme. Quindi impossibilità di pensare senza parola. Ma che cosa è la parola? È il mezzo che ha l’individuo di comunicare e di conversare con molti