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Nuovo viaggio per la costa della Guinea e naufragio.



P

er giungere gradatamente ai particolari di questa parte della mia storia, voi dovete immaginarvi che essendo or vissuto quattro anni in circa al Brasile, e cominciando a prosperar tanto nella mia piantagione, non solamente aveva imparata la lingua portoghese, ma mi era stretto in conoscenza ed amicizia co’ miei confratelli piantatori, come pure coi trafficanti di San Salvatore, che era il nostro porto. Pertanto ne’ discorsi avuti con essi io gli avea frequentemente intertenuti de’ miei due viaggi alla costa di Guinea, del modo di trafficare colà coi Negri, e della facilità di procacciarsi su quella costa, in vece di merciuole di poco conto, siccome pallottoline bucate, giocherelli, temperini, forbici, accette, pezzi di vetro e simili, non solamente polve d’oro, droghe e legni preziosi di Guinea, denti di elefanti ec., ma Negri in gran numero per servigio del Brasile.

Questi miei amici stavano attentissimi ai miei discorsi su tutti gl’indicati punti, ma principalmente alla parte che riguardava la compra dei Negri, commercio che a que’ giorni non solamente non era molto innoltrato1, ma comunque fosse, veniva fatto da chi soltanto era munito di assientos o patenti dei re della Spagna e del Portogallo, e vietato a tutti gli altri, di modo che pochi Negri erano comprati, e questi ad un prezzo stragrande.

Accadde che dopo essere stato una sera di brigata con alcuni di

  1. Ognuno sa che fa di troppo nel secolo decimo ottavo, e che, a disonore dell’umanità, non è anche ben tolto nel secolo decimonono.