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robinson crusoe | 557 |
Battaglia marittima, morte e sepoltura di Venerdì.
uasi tre giorni appresso d’aver salpato, ci sentimmo rubare il vento1, mentre una rapida corrente trasportandoci ad est-nord-est (greco levante) verso per quel che ne parve un golfo o baia, ci deviava alquanto dal nostro cammino, ed una volta o due i nostri piloti gridarono: «Terra a levante!» ma se fossero isole o un continente non potevamo assolutamente capirlo, nè pel momento arrivammo a saperlo. Sol nel terzo giorno sul far della sera, essendo bonaccia e placida l’aria vedemmo il mare in prossimità della terra coperto da alcun che di nerissimo. Non avendo noi saputo sin d’allora a qualche tempo spiegare che cosa fosse, la curiosità mosse il nostro primo aiutante ad alzarsi su le sarchie di maestra e, guardato col suo cannocchiale, si diede a gridare che c’era un’armata. Non potendo immaginarmi che cosa egli chiamasse armata, gli feci un poco di brusca cera.
— «Non ve la prendete con me, signore, egli mi disse. Io non posso fare che quella là non sia un’armata, anzi una flotta; e non si tratta meno che di mille canotti. Venite qui e vi convincerete anche voi che lavorano di pagaie a tutt’andare, e si avanzano, senza perder tempo, correndo verso di noi.»
Rimasi da vero un po’ sbalestrato da questa notizia, nè il fu meno di me mio nipote; il capitano, che aveva udite raccontare storie tremende de’ salvaggi di queste parti, nè avendo mai navigato in quel mare, non sapeva a qual partito appigliarsi, onde gridò due o tre volte: «Siam per essere divorati tutti.» Io medesimo, lo confesso, notando che il vento ci mancava e la corrente ne spingeva sempre più innanzi, me la vedeva assai brutta. Ciò non ostante feci coraggio, agli altri ordinando che il bastimento fosse messo all’âncora
- ↑ Espressione adoperata dagli uomini di mare quando o qualche terra o altri bastimenti tolgono forza alla brezza che favoriva la navigazione.