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Pro Libertate 193

III.


Il mio egregio contradditore mi rimprovera di avere tenuto, parlando di cose teologiche, un linguaggio ora spropositato, ora inesatto, ora sconveniente. Certo io non ho potuto tenere al pubblico del Collegio Romano il linguaggio severo che tenni all’Istituto Veneto, una piccola riunione di dotti, discorrendovi delle ipotesi di S. Agostino e di Darwin circa la Creazione, un tema posto a concorso dalla Facoltà Teologica Cattolica di una Università tedesca, Ciò ha potuto produrre degli inconvenienti e io non intendo difendere tutte le espressioni che ho usato. Avrei potuto chiamare antica, anzichè vecchia, la credenza popolare negli atti distinti e subitanei di creazione. Invece di chiamarla popolare, avrei potuto dirla divisa dalla maggior parte dei teologi e dei fedeli, Ringrazio l’egregio critico di questi consigli e, se ne avrò occasione, ne approfitterò. Se il paragone del Creatore con un mago, sebben condizionale, pare irriverente a un fratello e l’offende, questa è una sufficiente ragione di correggere il passo, quantunque l’irriverenza fosse, quando lo scrissi, ben lontana dalla mia mente, Però non tutte le cen-


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