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Per la bellezza d’un’idea 91

a discutere pubblicamente, in seno a una società tedesca di psicologia, intorno alla forma del suo cranio, nella quale occasione quegli psicologi giudicarono ch’egli avesse il bernoccolo del rispetto all’autorità, grosso per dieci preti. Quando morì, i buddisti dell’isola di Ceylan furono chiamati dal loro pontefice Soumangala a festeggiare solennemente l’entrata del grande trasformista nel Nirvana di Buddha. Ma tanto fumo ha presso che nascosti alla vista del pubblico i precursori del naturalista inglese, e, come sogliono i vapori, ha ingrandite e alterate le parvenze della immagine che circonda, Darwin diventò agli occhi delle moltitudini il padre legittimo della ipotesi trasformista e la si chiamò quindi popolarmente, dal nome di lui, darwinismo, mentre egli aveva puramente ideato un modo pratico di farla stare in piedi. Questa nebbia classica circonda ancora il Dio, e se uno di noi profani vi entra oggi e vi guarda le cose da vicino, vi discerne ciò che non avrebbe creduto. La vera Chiesa darwiniana ortodossa non esiste, si può dire, più. Darwin ha tuttavia il suo altare dove riceve un culto d’inni e d’incensi; ma i suoi stessi sacerdoti sono liberi pensatori che sparlano, nelle sagrestie, del dogma. Forse il prof. Huxley, apostolo dell’Inghilterra, è il solo nel mondo scientifico cui la teoria darwiniana paia assisa stabilmente