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58 ars et labor

Quando Below ebbe finito, scoppiò un formidabile applauso.

L'occasione per il signor Winterberg era favorevole; ef egli non poteva lasciarsela scappare.

« Signori », esclamò; « il signor di Below ci ha mostrato che cosa fare; ora noi vogliamo mostrare a lui, che anche noi sappiamo cantare. Posso pregarli di riprendere i loro posti? »

« La-a-a-a ».


Bassi, tenori, contralti, soprani, tutti ricevettero il loro « la », e subito dopo si udì ancora una volta risuonare: « Come sono giocondi i messag-ge-ri, che annunciano la pace ».

Certo il canto non andava ancor bene, ma invero almeno un poco meglio andava; ed alla fine della prova il signor Winterberg potè licenziare i suoi scolari e le sue scolare con queste parole consolatrici: « Io spero che, nonostante tutte le difficoltà, noi vinceremo il Paolo ».

Si era fatto più tardi del solito, e tutti se ne andarono in fretta e furia, per essere a casa puntualmente all'ora di cena.

Il signor di Below si trattenne ancora un poco nel Ristorante, per bagnarsi la gola che gli era diventata secca. Quando, dopo circa dieci minuti, pose piede instrada, vide la signorina di Monsterberg, sola, che passeggiava in su ed in giù di fronte alla casa.

Egli le si avvicinò: « Aspetta qualcuno, signorina? posso in qualche modo esserle utile? »

Ella, all'udire la sua voce, ne fu spaventata; non l'aveva visto venire. Alla sua interrogazione trasalì spaurita, ed il suo primo pensiero fu: « Che cosa devi tu rispondergli, se egli ti domanda in qualche modo spiegazioni della tua osservazione di dianzi? bisogna che cerchi di liberarmi presto di lui ».

« La ringrazio davvero, signor tenente », rispose, « papà voleva venirmi a prendere con la carrozza; ha detto di esser qui verso le otto e mezzo; deve dunque giungere da un momento all'altro ».

« O piuttosto egli sarà già stato qui », ribattè Below. « Forse il suo signor padre si sarà stancato di aspettare e sarà già andato a casa ».

Passava in quel momento una guardia di pubblica sicurezza, la quale, interrogata da Below, rispose che la carrozza, a lui ben nota, del signor Consigliere di Reggenza, era stata ivi ferma per circa un quarto d'ora, ma che poi se n'era andata.

« Ma io non capisco proprio perchè papà abbia fatto ciò », esclamò la signorina Elena; « come posso ora io fare da sola, al buio, la lunga strada? »

« Posso io offrirle la mia compagnia, signorina? » chiese il tenente, portando la mano al copricapo, ed inchinandosi cavallerescamente; « prego, disponga interamente di me; io sono tutto a sua disposizione ».

« Questo poi no », disse tfra sé la signorina Elena; « egli certo mi domanderà spiegazione dell'accadto ».

« La ringrazio davvero, signor di Below. Ella è molto gentile; non mi ravano a questo le mie parole; a casa ci anderò pure! L'avevo ben detto a papà, che era una sciocchezza prendere una villa fuori dalla città! »

Intanto che essa parlava, Below si era incamminato alla volta dell'abitazione di lei; la fanciulla quasi macchinalmente camminava al suo fianco. — Essa fece un ultimo tentativo per liberarsi di lui. « Lei prenderà una costipazione, signor Below », esclamò.

Egli rise sonoramente. « Ella mi ritiene più debole di quello che io non sia, signorina. Io, grazie a Dio, non so affatto cosa sia un raffreddore. Ché. se lo adduco molto spesso a pretesto, è soltanto per non dover cantare continuamente. S'immagini, perfino la mia padrona di casa pretende da me che, senza che essa neppure me lo accenni, io faccia ogni sera almeno una mezz'ora di musica; e se io una volta non la fo, essa la mattina dopo mi