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drammatica 43

Pure io penso che se il primo è — dicono — artista.... non lo dimostra. Mentre quest'ultimo è per lo meno un attore di forza.... e qualche volta lo dimostra anche troppo.

Mi spiego.

Fumagalli avrà certo un grande ingegno, avrà indubbiamente fatti dei grandi studi. Ma per ora l'ingegno se l'è tenuto dentro, e i grandi studi si sono limitati a quella direzione scenotecnica, per la quale bastano i regisseurs, e sono insuperati quelli americani, gl'inglesi, ed anche i francesi.

Però io — mi sbaglio forse? — ho sempre creduto che l'interpretazione artistica sia soprattutto uno svisceramento d'anime. La frase non è bella ma rende l'idea. Invece Fumagalli non ha finora fatto altro che mettere in scena bene.

In quanto all'anima di Amleto, o di Otello, o di qualunque altro personaggio.... io avrei volentieri lasciato il mio biglietto di visita al custode del teatro, per nona verla trovata in casa.

Per dirla brutalmente, ma con poche parole, mi è sempre sembrato che il Fumagalli non abbia completamente capito quello che voleva rappresentare. Oh Dio, egli avrà pensato in tedesco, e io ( e con virginio talli. me il pubblico) volevo comprendere in italiano... forse per questo soltanto mi pare che la sua impresa abbia avuto un risultato incomleto.

E l'ho letto anche nella Tribuna, nelle sapienti critiche di Stanislao manca, anima dolce, che non vorrebbe dare dispiaceri a nessuno (neanche a me, quando vado a Roma a mettere in scena un lavoro), ma che sa sgarbatamente “ stroncare „ chi vuol capire.

Scarneo ha nelle esteriorità dell'Emmanuel. Qualche


maria fumagalli. volta mi pare di sentire il nostro grande e compianto artista in un grammofono.

Con tutte le mperfezioni di questa riproduzione meccanica, però credo che Scarneo, ingegno vivace, semplice, e non pretenzioso, potrà fare — e bene: quando farà completamente da sé.

L'unica. É la Duse.

L' “ unica „ — l'artista del pensiero e dell'idea, del fascino e della passione, della squisitezza e dello slancio. L'artista che minia e che sfolgora, che accarezza e solleva, che blandisce e flagella, carezzosa e fremente. Una delicatezza e uno spasimo. Rapimento sempre, della mente e dei senti. Sentimento e voluttà — ossessione e incanto.

É Lei, l'unica — l'amata come un'amante e come una maestra — come un'amica e come una dea.

Semplice come la fanciullezza, e involuta come la meditazione.

Un sorriso di lei rasserena, uno scoppio della sua voce irata mette i brividi. Non sempre fa piangere, perchè la sua arte è spesso troppo materiale di pensiero; fa sempre pensare.