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versione dal tedesco

DELL'AVV. ENEA LOLI PICCOLOMINI

(continuazione e fine)

II.

Il giorno dell'esecuzione del Paolo era giunto; il concerto doveva aver luogo la sera. In qual maniera il signor Winterberg l'avesse messo in pronto, e come avesse ottenuto che i cori imparassero quel po' di parte, egli stesso non l'avrebbe saputo dire; ma il fatto era che i cori andavano. Per la parte dei contralti e dei tenori si erano procacciati celebri forestieri. La stessa parte di Paolo non poteva essere affidata a migliori mani, per non dire a miglior gola, al signor Below; così, sotto tutti i rapporti, il concerto prometteva il miglior successo.

Quel giorno cominciò con una pioggia torrenziale e con un forte vento di levante: era un tempo orribile, e più di un padre di famiglia, al levarsi, aveva pensato con isgomento che alla sera, per il concerto, avrebbe dovuto prendere una vettura. E, ingiusti come sono gli uomini, brontolavano non contro il cattivo tempo, ma contro il concerto.

Contro il temporale brontolava invece un altro, e questo proprio di cuore; era la sentinella, la quale doveva passeggiare in su e in giu davanti alla caserma degli Ulani, ma che, per la dirotta pioggia, aveva preferito ritirarsi nel suo appartamento, cioè nella garetta.

Da lontano risuonò un calpestio di cavalli, e subito dopo due cavalieri si fermarono davanti alla guardia.

«Chi sarà mai? io non li conosco davvero!» disse fra sé la sentinella; ma poi, sebbene un po' titubante, uscì dalla sua garetta, e presentò l'arme.

«Chiamate fuori la guardia». comandò il più anziano de' due signori, che, come egli allora potè vedere, era un generale.

«Che sia forse il nostro nuovo comandante di divisione?» pensò la sentinella.

«Ebbene, vi decidete?», gridò l'aiutante: e subito dopo risuonò un formidabile «Fuo-ri!» «Fuoooori!» tuonò il sott'ufficiale dal corpo di guardia. L'uno incalzava e spingeva avanti l'altro; a quello che era avanti a tutti andò fra le gambe la penzolante sciabola, ond'egli, spinto dai camerati, ruzzolò pei gradini che conducevano dal corpo di guardia all'aperto. Col naso e colla relativa testa il poveretto andò a cadere lungo disteso fra le zampe del cavallo «superiore», e poco mancò