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L'ESPOSIZIONE DEL 1906


Le giornate sono belle del frizzante e vispo freddo, che i milanesi, pur che il sole li rallegri un po' di ore nel pomeriggio, vagheggiano e si tengono care le molte altre, piene di monotona nebbia e di uggiosa pioggia. — la visita dei giornalisti ai lavori dell'esposizione. Son le feste di Natale; ed i bonarii attivi ambrosiani hanno dato tregua alle loro faccende, quest'anno accresciute e rese più febbrilmente intense per la Esposizione. E sono tornati, per pochi giorni, anzi, in parecchie case, per poche ore, al riposato e bello viver di cittadini alla pace intima del dolce ostello. Son le feste di Natale; e pià facili e frequenti sono i conversari, e tradizionali le reciproche visite di amici e di parenti: le famiglie si raggruppano attorno al ceppo vecchio.

Quest'anno tutti fanno un gran parlare della Esposizione. É, per noi Milanesi, un avvenimento famigliare, una festa comune. Tant'è: mi è occorso più di una volta di vedere la gentil signora, il professionista colto, lo studente svegliato pendere dal labbro di qualche muratore o carpentiere, incontrato sul tram nelle ore del mattino, e che, pieno di sé per l'insperato trionfo di essere maestro ed altrui, andava verbosamente informandoli, a modo suo si capisce, intorno ai lavori della Esposizione. E quanti — e non forse alle volte noi stessi? — si sono fermati a vedere, a osservare, a rimirare, aguzzando lo sguardo ed anche, forse, figgendo l'occhio attraverso alle fessure che l'assito favoriva qua e là cortesemente! Ma il rigido piantone, comodamente vestito ed elegantemente vestito ed elegantemente fregiato della artistica sigla, impedisce ai profani l'ingresso, non meno rigorosamente della scritta proibitiva ripetuta su ogni recinto insieme col nome delle singole imprese costruttrici.

Eh! via: noi, che per l'intimo amore dell'arte edilizia ed architettonica (che è l'arte nostra) e per l'intenso continuo interesse, col quale seguiamo le vicende di questi edificii, abbiamo il piacere di conoscerli un po' meno da lungi, ne discorreremo coi profani, così alla buona, sommariamente; come ci occorre spesso di dover rispondere alle inesistenti gradite interrogazioni di amici e di compagni.

Oltrepassiamo quell'assito e penetriamo dunque nei cantieri, dove, volte le spalle all'importuno (e tanto necessario!) cartello proibente “l'ingresso alle persone non addette ai lavori„, non abbiamo a far altro che ad aprire gli occhi per vedere ed anche ammirare.

L'Ingrasso d'onore al Parco è ormai finito ed attende solo la primavera per adornarsi della eleganza e della leggiadria di qualche tinta;

i giornalisti lasciano il parco per avviarsi in automobile alla piazza d'armi. al sommo stanno ponendo le Glorie reggenti l'augurale corona, ed un grande e pur snello Mercurio, atteggiato nell'atto d additare ai popoli nuove vie del progresso, sta per essere innalzato — dopo gli ultimi ritocchi dello scultore Brivio — sopra il