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112 ARS ET LABOR

— Aspetti un momento — diss’egli, guidandola nella sala d’aspetto, mentre la folla che si dirigeva alla dogana passava oltre. Indi si volse al facchino di Julie.

Attendéz un instant.

L’uomo scosse il capo, imbronciato, depose il bagaglio di Julie ai loro piedi e si allontanò in cerca di un servizio più lucrativo.

— Riparto questa sera per Londra — proseguì rapidamente. — Come è strano che io l’abbia incontrata! Perchè ho una notizia assai triste da trasmetterle. Lord Lackington è stato colpito questa mattina da un attacco d’apoplessia di cui non si può rimettere. I medici gli danno, al massimo, quarantotto ore di vita. Egli l’ha domandata con insistenza. La Duchessa me’ lo dice in un lungo telegramma speditomi oggi. Ma essa la credeva a Bruges, ed ha pure telegrafato là. Torna a Londra, nevvero?

— Tornare? — ripetè Julie, guardandolo confusa. — Tornare questa sera?

— Il treno della notte parte fra poco più d’un’ora. Arriverebbe in tempo, credo, per trovare il povero vecchio ancor vivo.

Essa fissava ancora con sguardo smarrito quegli occhi azzurri sotto alle folte sopracciglia, quella bocca dall’espressione imperiosa, eppure fremente. Vide che Jacob era come sospeso alla sua risposta e chiuse dolorosamente le palpebre per isolarsi dalla folla, dalla stazione, dall’insistenza che si poneva a farla cedere. La disperazione invadeva il suo cuore. Come consentire? Come negare?

— Ma i miei amici — balbettò essa — gli amici dai quali andavo.... saranno inquieti!

— Non può telegrafare loro? Capiranno certamente la situazione. L’ufficio telegrafico è qui vicino.

Essa si lasciò trascinare, non sapendo che fare. Delafield camminava al suo fianco. Se Julie fosse stata in grado di osservarlo, sarebbe stata colpita più che mai dall’intensità della sua fisionomia e dall’agitazione repressa di quel viso.

— È davvero cosi grave? — chiese essa fermandosi come per resistere.

— E la fine. Non vi è dubbio alcuno. Lei gli ha toccato il cuore profondamente, ed egli la desidera con ardore — cosi mi scrive Evelyn. Sua figlia e sua nipote sono ancora assenti. Miss Moffatt è ammalata a Firenze con un attacco di difterite. Lord Lackington è solo coi suoi due figli. Andrà, nevvero, Mademoiselle Le Breton?

Anche in mezzo al suo smarrimento, Julie sentiva la stranezza di quelle circostanze, l’ostinazione di Jacob, il caso straordinario di quell’incontro, l’aria di autorità ch’egli assumeva verso di lei. — Come ha potuto lei sapere di trovarmi qui? — chiese ella con agitazione.

— Non lo sapevo — rispose Jacob lentamente. — Ma, grazie a Dio, l’ho trovata. Deploro la fatica che dovrà subire, ma sarà contenta di rivederlo ancora una volta, di esaudire il suo ultimo desiderio, nevvero? — diss’egli supplicando. -— Ecco l’ufficio telegrafico. Vuol che lo spedisca io?

— No, grazie. Bisogna che rifletta a ciò che devo dire. Mi aspetti qui, la prego. Essa entrò sola, e mentre prendeva la matita per tracciare il telegramma, un gemito soffocato le sfuggì dalle labbra. Un uomo che si trovava presso a lei si volse stupito. Essa si frenò e cominciò a scrivere. Non c’era scampo. Era necessario sottomettersi, e tutto era finito!...

Telegrafò dunque a Warkworth presso il capo stazione di Sceaux, ed anche all’albergo di campagna.

— « Ho incontrato Mr. Delafield, per caso, arrivando. Lord Lackington morente. Obbligata tornare questa notte. Dove devo scrivervi. Addio ».

Quando ebbe finito, Julie uscì dal telegrafo, reggendosi a stento. Delafield la costrinse a prendere il suo braccio.

— Ora deve prendere qualcosa. Poi andrò a fissarle un posto di sleeping nel treno di Calais. Non c’è molta gente questa sera. A Calais mi occuperò di lei, se me lo permetterà. — Parte anche lei questa sera? — chiese Julie vagamente. Le sue labbra articolavano le parole con pena.

— Sì, sono arrivato ieri coi miei cugini.

Essa non lo questionò più. Non le era venuto in niente di osservare ch’egli non aveva bagagli, neppure una borsa, nè un plaid, nessuno degli oggetti indispensabili a un viaggiatore. Esausta dalla fatica e dal suo disperato dolore, essa si lasciava guidare da lui a suo piacimento. Egli la forzò a prendere un po’di minestra e del caffè, quanto riuscì a farle inghiottire. Poi ei fu un periodo di aspetto uggioso, durante il quale Julie non si rese quasi conto del luogo ove si trovava, nè di ciò che accadeva attorno a lei.

Finalmente si trovò nel vagon-letto, in uno scompartimento riservato, sola! Il treno ricominciò la sua corsa sfrenata nella notte. Lo spazio fuggiva — quello spazio che per sempre la separava da Warkworth!


(Dall'inglese).   (Continua).