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QUINTA 55

Non la vo’ tal, che di bellezze avanze
     L’altre, e sia in ogn’invito, e sempre vada
     Capo di schiera per tutte le danze.
Fra bruttezza e beltà trovi una strada,
     Dov’è gran turba, nè bella nè brutta;
     Che non t’ha da spiacer, se non t’aggrada.
Chi quindi esce a man dritta trova tutta
     La gente bella, e dal contrario canto
     Quanto bruttezza ha il mondo esser ridutta:
Quinci più sozze, e poi più sozze, quanto
     Tu vai più innanzi, e quindi trovi i visi
     Più di bellezza, e più tener il vanto.
Se ove dei tor la tua vuoi che t’avvisi,
     Dirò in la strada, o a man ritta ne’ campi;
     Ma che di là non sien troppo divisi.
Non ti scostar, non ir dove tu inciampi
     In troppo bella moglie, sì ch’ognuno
     Per lei d’amore, e di desire avvampi.
Molti la tenteranno, e quando ad uno
     Repugni, a due, a tre, non stare in speme
     Che non ne debba aver vittoria alcuno.
Non la tor brutta, che torresti insieme
     Perpetua noia: medíocre forma
     Sempre lodai, sempre dannai l’estreme
Sia di buon’aria, sia gentil, non dorma
     Con gli occhi aperti; che più l’esser sciocca
     D’ogn’altra ria deformità deforma.