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[63]
E inanzi al Re, quando era piú di gente
     •La ſala piena, ſé ne venne e diſſe
     Sappi Signor che di leuar la mente
     Al mio ſratel, ſi ch’a morir ne giſſe:
     Stata e la ſiglia tua ſola nocente:
     Ch’alui tanto dolor l’alma traffiſſe
     D’ hauer veduta lei poco pudica:
     Che piú ch vita: hebbe la morte amica.

[64]
Erane amante, e perche le ſue voglie
     Diſhoneſte non ſur, noi vo coprire,
     Per virtú meritarla hauer per moglie
     Da te ſperaua, e per fedel ſeruire,
     Ma mentre il laſſo ad odorar le ſoglie
     Staua lontano, altrui vide ſalire
     Salir fui’ arbor riſerbato, e tutto,
     Eſſergli tolto il diſiato ſrutto.

[65]
E ſeguito come egli hauea veduto
     Venir Gineura ſui verrone, e come
     Mando la ſcala, onde era a lei venuto
     Vn drudo ſuo, di chi egli no fa il nome,
     Che s’ hauea (per non eſſer conoſciuto)
     Cambiati i panni, e naſcoſe le chiome,
     Suggiunſe che con l’arme, egli volea
     Prouar tutto eſſer ver, ciò che dicea.

[66]
Tu puoi penſar ſé ’l padre addolorato
     Riman, quando accuſar ſente la ſiglia
     Si perche ode di lei quel che penſato
     Mai nò haurebbe, e n’ha gra marauiglia
     Si perche fa che ſia neceſſitato,
     Se la difeſa alcun guerrier non piglia:
     Il qual Lurcanio poſſa far mentire:
     Di condannarla, e di farla morire.

[67]
10 non credo Signor che ti ſia nuoua
     La legge noſtra, che condanna a morte
     Ogni donna, e donzella, che ſi pruoua
     Di ſé far copia altrui ch’ai ſuo cóſorte,
     Morta ne vien, s’ in vn meſe non truoua
     In ſua difeſa vn cauallier ſi ſorte
     Che contra il falſo accufator foſtegna
     Che ſia innocente, e di morire indegna.

[68]
Ha fatto il Re bandir, per liberarla
     (Ch pur gli par ch’a torto ſia accuſata)
     Che vuol p moglie: e co grá dote darla
     A chi torra l’inſamia che V e data,
     Chi p JepTcòpariſca non ſi parla
     Guerriero áchora, azi l’un l’altro guata,
     Che quel Lurcanio in arme e coſi fiero,
     Che par che di lui tema ogni guerriero.

[69]
Atteſo ha l’empia ſorte che Zerbino
     Fratel di lei: nel regno non ſi truoue,
     Che va giá molti meſi peregrino
     Moſtrádo di ſé in arme inelyte pruoue,
     Che quando ſi trouaſſe piú vicino
     Quel cauallier gagliardo: o 1 luogo doue
     Poteſſe hauere a tempo la nouella,
     Non mancheria d’ aiuto alla ſorella.

[70]
11 Re ch’in tanto cerca di ſapere
     Per altra pruoua, che p arme anchora
     Se ſono queſte accuſe o falſe, o vere,
     Se dritto o torto e che ſua ſiglia mora,
     Ha fatto prender certe cameriere
     Che lo dourian ſaper, ſé vero ſora,
     Ond’io preuidi che ſé preſa era io
     Troppo periglio era del Duca e mio.