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CANTO QVARANTESIMOQVINTO


[74]
Quando di taglio la Donzella: quando
     Mena di punta: e tutta intenta mira
     Oue cacciar tra ferro e ferro il brando,
     Si che ſi sfoghi e diſacerbi l’ira,
     Hor da vn lato, hor da vn’ altro il uá tètado
     Quádo di qua, quado di la s’ aggira,
     E ſi rode e ſi duol, che nò le auegna
     Mai fatta alcuna coſa che diſegna.

[75]
Come chi aſſedia vna citta: che ſorte
     Sia di buon ſianchi: e di muraglia groſſa:
     Speſſo l’affalta: hor vuol batter le porte:
     Hor l’alte torri: hor’atturar la ſoſſa,
     E pone indarno le ſue genti a morte:
     Ne via fa ritrouar ch’entrar vi poſſa,
     Coſi molto s’affanna e ſi trauaglia
     Ne può la Dona aprir piaſtra ne maglia.

[76]
Quado allo ſcudo e qſi al buono elmetto
     Quado all’oſbergo fa gittar ſcintille,
     Co colpi ch’alle braccia al capo al petto
     Mena dritti e riuerſi e mille e mille,
     E ſpeſſi piú che fu’l ſonante tetto
     La grandine far ſoglia dele ville,
     Ruggier ſta ſu l’auuifo: e ſi difende
     Con gra deſtrezza: e lei mai no oſſende.

[77]
Hor ſi ferma: hor volteggia, hor ſi ritira:
     E con la man ſpeffo accopagna il piede,
     Porge hor lo ſcudo: & hor la ſpada gira
     Oue girar la man nimica vede,
     O lei non fere, o ſé la fere: mira
     Ferirla in parte oue men nuocer crede,
     La Donna prima che quel di s’ inchine
     Brama di dare alla battaglia ſine.

[78]
Si ricorda del bando: e ſi rauuide
     Del ſuo periglio ſé non era preſta,
     Che ſé in vn di no prende o non vecide
     Il ſuo domandator: preſa ella reſta,
     Era giá preſſo a i termini d’Alcide
     Per attuffar nel mar Phebo la teſta
     Quando ella comincio di ſua poſſanza
     A difidarfi: e perder la ſperanza.

[79]
Quanto manco piú la ſperanza: crebbe
     Tanto piú l’ira: e radoppio le botte,
     Che pur quell’arme rompere vorrebbe
     Ch’ in tutto vn di no hauea achora rotte:
     Come colui ch’ai lauorio ch debbe
     Sia ſiato lento: e giá vegga eſſer notte
     S’ affretta indarno: ſi trauaglia: e ſianca
     Fin che la ſorza a vn tepo e il di gli maca

[80]
O miſera Donzella ſé coſtui
     Tu conoſceſſi a cui dar morte brami,
     Se lo ſapeſſi eſſer Ruggier: da cui
     De la tua vita pendono li ſtami,
     So ben ch’uccider te prima che lui
     Vorreſti: che di te ſo che piú l’ami,
     E quando lui Ruggiero eſſer ſaprai
     Di queſti colpi anchor ſo ti dorrai.

[81]
Carlo e molt’ altri ſeco: che Leone
     Eſſer coſtui credeanſi e non Ruggiero,
     Veduto come in arme al paragone
     Di Bradamante: ſorte era e leggiero,
     E ſenza oſſender lei con che ragione
     Difender ſi ſapea, mutan penderò
     E dicon ben conuengono amendui
     Ch’egli e di lei ben degno: ella di lui.