Pagina:Ariosto - Orlando furioso, secondo la stampa del 1532, Roma 1913.djvu/610


[27]
Carlo hauea di Sicilia hauuto auuiſo
     De i duo Re morti e di Sobrino preſo,
     E ch’era ſtato Brandimarte vcciſo,
     Poi di Ruggiero hauea no meno inteſo,
     E ne ſtaua col cor lieto e col viſo
     D’ hauer gittato intolerabil peſo,
     Che gli ſu fopra gli homeri ſi greue
     Che ſtara vn pezzo pria che ſi rileue.

[28]
Per honorar coſtor ch’eran foſtegno
     Del ſanto Imperio e la maggior coIona
     Carlo mando la nobiltá del Regno
     Ad incotrarli ſin fopra la Sonna,
     Egli vſci poi col ſuo drappel piú degno
     Di Re e di Duci, e co la propria Dona
     Fuor de le mura: in cópagnia di belle
     E ben ornate e nobili Donzelle.

[29]
l’Imperator, co chiara e lieta ſronte,
     I Paladini, e gli amici, e i parenti,
     La nobiltá, la plebe, fanno al Cote
     Et a glialtri d’amor ſegni euidenti,
     Gridar s’ ode Mograna e Chiaramonte
     Si toſto no ſinir gli abbracciamenti,
     Rinaldo e Orlando inſieme & Oliuiero
     Al Signor loro appfentar Ruggiero,

[30]
E gli narrar, che di’ Ruggier di Riſa
     Era ſigliuol: di virtú vguale al padre,
     Se ſia animoſo e ſorte, & a che guiſa
     Sappia ferir, fan dir le noſtre ſquadre
     Co Bradamate in queſto vien Marphiſa
     Le due cópagne nobili e leggiadre,
     Ad abbracciar Ruggier vien la ſorella,
     Con piú riſpetto ſta l’altra Dozella.

[31]
l’Imperator Ruggier fa riſalire
     Ch’era per riuerentia ſcefo a piede,
     E lo fa a par’ a par ſeco venire,
     E di ciò ch’a honorarlo ſi richiede
     Vn punto ſol no laſſa preterire,
     Ben ſapea che tornato era alla fede
     Che toſto che i guerrier ſuro all’aſciutto
     Certificato hauean Carlo del tutto.

[32]
Con popa triomphal con feſta grande
     Tornaro inſieme dentro alla Cittade,
     Che di ſrondi verdeggia e di ghirlande
     Coperte a panni ſon tutte le ſtrade,
     Nembo d’ herbe e di fior, d’ alto ſi ſpande
     E fopra e intorno a i vincitori cade,
     Che da verroni e da fineſtre amene
     Dóne e Donzelle gittano a man piene.

[33]
Al volgerſi de i canti in varii lochi
     Trouano archi e trophei ſubito fatti,
     Che di Biſerta le ruine e i ſochi
     Moſtran dipinti & altri degni fatti,
     Altroue palchi con diuerſi giuochi
     E ſpettacoli e mimmi e ſcenici atti,
     Et e per tutti i canti il titol vero
     Scritto: a i liberatori de l’Impero.

[34]
Fra il ſuon d’ argute trombe, e di canore
     Piſare, e d’ogni muſica armonia,
     Fra riſo, e plauſo, iubilo, e fauore
     Del populo ch’a pena vi capia,
     Smóto al palazzo il Magno Imperatore
     Oue piú giorni quella compagnia
     Co torniamenti perfonaggi e farſe
     Danze e couiti atteſe a dilettarfe.